rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Cavallino-Treporti / Lio Piccolo

Un altro edificio dagli scavi a Lio Piccolo, forse un antico magazzino per il sale

Risale all'epoca romana. Si tratta di una delle pertinenze rustiche della villa marittima, segmento dell’antica storia lagunare collegato a una filiera produttiva

Il progetto Vivere d’acqua ha portato alla luce un altro segmento dell’antica storia lagunare, rivelando un ulteriore settore delle monumentali strutture in legno di un edificio collegato ad una filiera produttiva, probabilmente un antico magazzino per il sale, di epoca romana. Si tratta di una delle pertinenze rustiche della villa marittima di Lio Piccolo.

L’edificio in una fossa di fondazione larga 1 metro e mezzo e profonda altrettanto, gli antichi romani hanno depositato a coppie travi di legno, spesse 25-30 centimetri. Sopra di esse erano appoggiati, senza chiodi o cavicchi, numerosi robusti tronchi di quercia, ancora incredibilmente conservati (corteccia compresa), con un diametro di 60-70 cm. L’argilla lagunare usata come riempimento della fossa garantiva un’estrema solidità della fondazione di un edificio in legno, circondato dalle acque, che doveva svilupparsi in altezza ma che soprattutto poteva sopportare un carico di pesi notevolissimo. L’ipotesi di lavoro a cui Diego Calaon e Daniela Cottica, direttori del progetto archeologico, stanno lavorando è che questo edificio possa essere una delle strutture delle antiche saline romane presso la costa, usato magari proprio per conservare il sale appena prodotto nelle vicine aree di salinazione, nell’attuale isola delle “Saline”.

Le analisi stratigrafiche, condotte al di sotto dei livelli medi di marea grazie all’impiego di pompe in un grande cantiere appositamente pensato per poter scavare scientificamente all’asciutto, descrivono un edificio con una probabile forma a “c” che si sviluppava intorno ad un cortile interno, occupato da una vasca per il filtraggio delle acque, ovvero un pozzo alla veneziana. L’edificio in legno era sicuramente il luogo di lavoro degli schiavi che si muovevano intorno alla villa. Le stratigrafie rivelano piani di lavoro, buche di palo, resti di attività artigianali: probabilmente per riparare e preparare gli strumenti che servono al mantenimento di un complesso sistema ambientale, fatto di argini e strutture per poter sfruttare al massimo le risorse lagunari.

Gli scavi e le attività produttive

L’elemento di novità dello scavo del 2022, che prosegue il progetto inaugurato lo scorso anno in collaborazione con il finanziamento del Comune di Cavallino-Treporti e l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, risiede nel fatto che si è riusciti a documentare un lungo periodo di occupazione del sito, che va dal primo al sesto secolo dopo Cristo. La fotografia proposta è quella di una laguna stabilmente sfruttata in antichità, soprattutto negli spazi acquei di comunicazione tra il porto dell’antica città di Altino e la sua costa, ovvero lungo i canali di marea che connettevano il porto al mare. 

Dallo scavo emergono numerose le tessere musive e i frammenti di intonaco che decoravano un edificio antico presente nella stessa area, databile proprio al I secolo d.C.. E da qui, infatti, che provengono i numerosi frammenti di affresco raccolti da Ernesto Canal, celebrati dalla famosa mostra nel 2019. Gli archeologi spiegano come queste strutture, prima abitative e produttive, e poi eminentemente produttive, abbiano cambiato forma nell’arco dei secoli adattandosi a diversi modelli economici di sfruttamento della laguna: il prodotto non cambiava (si continuava a fare sale) ma cambiavano le tipologie delle strutture. Così, ad esempio, lo scavo ci illustra come tra V e VI secolo l’edificio di legno venga sostituito da un edificio in muratura, con muri di laterizi di epoche precedenti riutilizzati e con un diverso orientamento.

“Panorami sommersi”

È titolo del film documentario di cui il progetto vivere d’Acqua è uno dei protagonisti. Il film, presentato nella sua anteprima veneziana il 26 ottobre all’Auditorium Santa Margherita, è prodotto da Controcampo Produzioni, e rappresenta una modalità inedita di raccontare l’archeologia del territorio veneziano, collegando i fili di narrazioni antiche con narrazioni contemporanei. Il gusto estetico e poetico del regista, Samuele Gottardello, ha incontrato la pragmaticità degli archeologi che scavano il fango, e insieme hanno provato a raccontare una storia di riappropriazione di un paesaggio scomparso, quello romano, indicato e descritto prima di tutti da Ernesto Canal. 

Ca' Foscari

Il film di Controcampo Produzioni ha felicemente incontrato il progetto dell’Università Ca’ Foscari “Vivere d’Acqua”. Il progetto ha poche semplici regole: condivisione continua delle ricerche archeologiche con la comunità locale, comunicazione e co-progettazione delle azioni archeologiche e costruzione collettiva delle narrazioni del nostro passato, unendo archeologi e cittadini nel momento magico della scoperta e dell’interpretazione delle tracce sepolte. «La terza missione dell’università unisce ricerca e didattica mirando a condividere le risorse, come in questo caso, in cui un prodotto di ricerca diventa un documentario che adotta un linguaggio diverso che va oltre la lezione frontale e racconta un territorio attraverso le scoperte dei ricercatori», commenta Caterina Carpinato, prorettrice alla terza missione dell’Università Ca’ Foscari Venezia.

Il Comune

 «L’aspetto che l’amministrazione ha cercato di delineare è quello della comunità è stato un enorme importantissimo momento di dialogo, di costruzione di una identità. Proprio attraverso progettualità come questa di “Vivere d’acqua”, restituiremo a Cavallino-Treporti il passato sulla quale è sorto Lio Piccolo, con un importante contributo al patrimonio storico e identitario per le generazioni future - commenta Alberto Ballarin, assessore alla Cultura, al Turismo e al progetto strategico di Lio Piccolo del Comune di Cavallino - Assieme alla sindaca Roberta Nesto abbiamo creduto qualche anno fa in questo progetto che continuerà per il recupero e la valorizzazione di uno dei tasselli su cui è sorto il Borgo di Lio Piccolo».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Un altro edificio dagli scavi a Lio Piccolo, forse un antico magazzino per il sale

VeneziaToday è in caricamento