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Cronaca Tessera

Scatta lo sciopero handler, disagi in vista all'aeroporto di Venezia

Domenica 6 settembre incrociano le braccia per 4 ore i dipendenti di Wfs e Aviapartner. Possibili lunghe attese, specie in fase di ritiro e carico bagagli

Aeroporto di Venezia, i lavoratori di nuovo sul piede di guerra: è stato indetto per domenica 6 settembre, dalle 10 alle 14, uno sciopero dei dipendenti di Wfs (ex Ata) e Aviapartner, ossia gli addetti ai servizi a terra. Furiosi i sindacati, che protestano per le condizioni di lavoro e i licenziamenti, oltretutto in contrasto con l'apparente "buona salute" dello scalo lagunare: "L'aeroporto Marco Polo è tra i 12 scali strategici del sistema aeroportuale italiano e uno dei tre intercontinentali; ha collegamenti diretti di linea per New York, Philadelphia, Montreal, Toronto, Dubai, Doha, Abu Dhabi, Seoul, con 49 vettori che effettuano collegamenti per 96 destinazioni complessive tra nazionali e internazionali, l'84% dei passeggeri viaggia su destinazioni internazionali. Questa situazione positiva contrasta pesantemente con la situazione occupazionale e con le condizioni di lavoro dei lavoratori degli handler, che consentono queste performance allo scalo di Venezia".

"Ata Italia, ora data in affitto a Wfs - continua il sindacato Usb - ha già licenziato 13 lavoratori il 16 giugno, mentre ad oggi non ha ancora retribuito l'indennizzo per il mancato preavviso, non ha liquidato il Tfr, sta facendo melina con l'erogazione dei 730 ancora non versati, fa lavorare decine di lavoratori con contratti a termine, a cui vengono 'proposti' di continuo prolungamenti di orario e turni di lavoro che vanno oltre le 5/6 gironate di lavoro consecutivo previste dalla legge e dai contratti. Tutto questo avviene mentre è altamente probabile che ad ottobre possano esserci ulteriori licenziamenti: almeno altri 30".

Per quanto riguarda Aviapartner, Usb spiega: "Non ha lavoratori licenziati, ma anche questa società fa ampio uso di lavoratori assunti con contratti a termine, che si dichiara disponibile a trasformare in contratti a tempo indeterminato (9 passeggeri, 2 operation, 9 area rampa) ma a condizione che accettino contratti part time misti a 4 ore per circa 720 ore annue. In sostanza, per farli lavorare solo 9 mesi all'anno, dimenticando oltretutto che i fuori orario sono una quotidianità".

"I lavoratori delle due aziende - concludono i sindacati - dicono no: a turni di lavoro dove saltano i recuperi di orario e i riposi vengono spostati con un preavviso di solo 24 ore; alla richiesta di accettare di passare da un lavoro a full time ad un lavoro a part time in inverno, con conseguente riduzione della retribuzione e dando la massima flessibilità; a recuperi di produttività, che interessano all'area operaia, utilizzando il personale anche in attività non propriamente appartenenti al profilo".

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