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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Marghera / Porto Marghera

Sciopero generale Cgil, il 14 novembre i lavoratori incrociano le braccia

La segreteria nazionale del sindacato ha indetto quattro ore di agitazione. Nel mirino della Fiom di Venezia Confindustria: "E' per gran parte responsabile del dissesto industriale di Porto Marghera"

Quattro ore di sciopero generale “per il lavoro e la solidarietà contro l’austerità” in occasione della giornata di mobilitazione europea. Questo è quanto deciso dalla segreteria nazionale della Cgil. "Per cambiare le politiche europee e quelle nazionali a partire dalle legge di stabilità". Il sindacato proclama quindi per mercoledì 14 novembre un'agitazione, in concomitanza con la giornata di mobilitazione europea indetta dalla Ces, Confederazione europea dei sindacati. I temi nazionali, in questo caso, si intersecano però con quelli del Veneziano. Con quelli di Porto Marghera soprattutto, dove i lavoratori stanno lottando contro cassa integrazioni ed esuberi.

"Lo sciopero del 14 novembre - afferma nel proprio ordine del giorno la Fiom di Venezia - deve essere caratterizzato sui temi dell'occupazione, rilanciando la piattaforma della Cgil su Porto Marghera per unire i lavoratori e dare un respiro confederale più forte alle vertenze in atto nelle singole categorie". Il sindacato dei metallurgici chiama in causa direttamente la Confindustria di Venezia "per gran parte responsabile del dissesto industriale del territorio. Occorre incalzarla rivendicando progetti industriali, il mantenimento delle attività produttive esistenti, investimenti mirati alla innovazione dei prodotti e dei processi".

La sigla sindacale chiede anche un incontro con il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni. Motivo del contendere il progetto di costruzione del Palais Lumiere, anche a seguito dell'annunciata cessione da parte di Ca' Farsetti di aree di proprietà al magnate Pierre Cardin. "Un'operazione pericolosa - affermano in una nota la Fiom e la Cgil - che risponde alle esigenze di bilancio comunale con nuovi e inaccettabili cambi di destinazione d’uso delle aree di Marghera. Un tale progetto se realizzato rischia di portare a compimento il processo di deindustrializzazione dell’intera area a partire dalla prima zona industriale dove sorgono la Fincantieri, la Simar, la Raffineria, con un danno irreparabile al lavoro industriale, all’occupazione, all’equilibrio socio economico del territorio".

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