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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Marghera / Porto Marghera

Sciopero all'alba, blocco ai cancelli del petrolchimico di Porto Marghera

Turnisti e giornalieri a braccia incrociate assieme ai colleghi metalmeccanici della manutenzione e addetti ai servizi mensa e pulizie. Iniziate le fasi della fermata del cracking, l'impianto storico veneziano della chimica di base

«Da qui non si passa». È iniziato prima delle 6 lo sciopero con il blocco ai cancelli della portineria 9 del Petrolchimico di Marghera, come annunciato dalle sigle chimiche Filctem Cgil e Uiltec Uil, contro la fermata dell'impianto cracking della chimica di base del Veneziano, le cui operazioni iniziano oggi. In concomitanza con gli impianti a valle di Mantova e Ferrara si sono fermati per le prime 4 ore di lavoro i turnisti e i giornalieri. E insieme a loro i dipendenti delle ditte in appalto di Eni Versalis della metalmeccanica, per manutenzioni e riparazioni, e dei servizi, per i pasti e la mensa degli operai e per tutti i servizi di pulizia.

«Astensione riuscita al 90 per cento», commentano i segretari Davide Camuccio (Filctem Cgil) e Cristian Tito (Uiltec Uil). Tra i lavoratori delle ditte c'è chi ha trascorso una vita dentro al petrolchimico, più di 30 anni di lavoro fianco a fianco degli operai, fino alle soglie della pensione, un traguardo che ora, con la chiusura dell'impianto principale dove sono rimasti per Eni Versalis circa 150 addetti, temono di non poter raggiungere magari per quei pochi mesi o anni d'impiego che mancano per garantirsi la buonuscita. Nessuna coda registrata in Romea, come accadeva in occasione di qualche blocco tempo fa, qualche disagio sulla strada: è bastato evidentemente l'effetto annuncio di un'astensione organizzata da tempo a portare molti conducenti dei mezzi pesanti a rinunciare al viaggio per raggiungere un sito che avrebbero trovato bloccato. E già circolano voci su una probabile altra astensione nei prossimi giorni. «La protesta verso la decisione di Eni di chiudere le produzioni a Porto Marghera ha trovato alto consenso verso i lavoratori diretti e indiretti che in centinaia rischiano di perdere il posto di lavoro», commenta Camuccio. 

«Siamo vicini ai lavoratori del cracking di Marghera ai quali va la nostra vicinanza e la nostra solidarietà - affermano dalla segretaria comunale del Partito Democratico Monica Sambo e il responsabile per il lavoro Danny Carella -. L’Italia perde altri pezzi importanti di industria fondamentale per il tessuto economico del Paese che sempre più dipenderà dalle economie di paesi concorrenti. Governo Istituzioni locali, a partire dal Comune di Venezia, non vogliono comprendere che il piano proposto da Eni per Venezia rappresenta, di fatto, la chiusura dell’intero polo chimico. E' necessario un impegno serio e concreto sul tema e delle garanzie che non si limitino solo ad alcuni annunci, ma che possano poggiare finalmente su qualche elemento concreto e tangibile». 

La rottura del fronte sindacale, da parte di Femca Cisl, ha portato a una scelta diversa nella protesta contro i piani di Eni Versalis su Marghera: non più la lotta contro la chiusura del cracking, garanzie di riconversione e posti di lavoro garantiti sul territorio. E su questo punto i sindacati ritrovano l'unità perché al momento Eni, dicono, sugli impegni descritti non ha firmato alcun protocollo.

«Si avviano da oggi le procedure di chiusura dello storico “cracking” da parte dell’Eni, senza nessuna garanzia certa sul futuro, abbiamo chiesto di nuovo, come più volte in questi mesi, che l’amministrazione affianchi i lavoratori proprio oggi in sciopero a difesa del proprio futuro e chieda chiarezza all’azienda. Sono oltre tre mesi, infatti, che i lavoratori chiedono di incontrare l’amministrazione comunale, inutilmente», afferma il consigliere comunale Gianfranco Bettin (Verde Progressista).

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