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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Sciopero generale della scuola, mobilitazione regionale in centro a Venezia

La manifestazione prenderà il via alle 10.30, da Piazzale Roma, con il corteo che giungerà fino alla Riva de Biasio, di fronte all'ufficio Scolastico Regionale

Oltre 1500 insegnanti, precari della scuola, non docenti, studenti sono attesi domani, 20 maggio, a Venezia per la manifestazione regionale indetta da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal in occasione dello sciopero generale della categoria. Motivi della manifestazione? Il contratto, il lavoro e la qualità dell’istruzione. L’astensione dal lavoro, che interessa in regione 60mila docenti e 20mila Ata, si prevede molto alta con la sospensione delle lezioni in moltissimi istituti di ogni ordine e grado.

La manifestazione prenderà le mosse da Piazzale Roma da dove, alle 10.30 partirà un corteo ricco di bandiere, cartelli e striscioni all’insegna dello slogan “L’unione fa la scuola” per ricordare che la scuola è di tutti e che l’istruzione e la formazione sono un fattore chiave del livello di civiltà e del successo di un paese. L’approdo sarà in Campo San Geremia dove si alterneranno al microfono i segretari regionali delle organizzazioni sindacali oltre ad un docente precario ed uno studente. La manifestazione si sposterà quindi in Riva De Biasio, davanti all'ufficio Scolastico Regionale, dove una delegazione sarà ricevuta dalla dirigente Daniela Beltrame.
  
GLI OBIETTIVI DELLA MOBILITAZIONE - Contratto. "Non viene rinnovato da sette anni e i docenti italiani sono i peggio retribuiti d’Europa, la metà di quelli francesi o tedeschi. La Corte costituzionale ha sentenziato l’illegittimità del rinvio, ma la partita è più che mai aperta con il Governo che non mette a disposizione le risorse necessarie". Precarietà. Continua ad essere un capitolo che non si chiude mai e ad oggi ci sono anche in Veneto migliaia di insegnanti senza un posto stabile. Il sindacato chiede una soluzione definitiva attraverso il riconoscimento pieno di chi ha maturato il diritto all’impiego avendo prestato servizio per almeno 36 mesi. Libertà d’insegnamento. Per garantire questo principio e l’imparzialità della Pubblica Amministrazione si richiede l'abolizione della “chiamata diretta” dei docenti da parte del dirigente scolastico. Personale amministrativo tecnico e ausiliario (ATA). È sotto organico ed oltre ai tagli è penalizzato dalle leggi che riducono la possibilità di sostituire gli assenti e riversano sulle segreterie adempimenti che nulla hanno a che fare con la funzione della scuola.

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