Ottanta bengalesi in sciopero alla Fincantieri per un contratto a tempo indeterminato
Dipendenti di una ditta in appalto della cantieristica di Porto Marghera, per sapere se lavoreranno anche il mese successivo devono aspettare la fine del loro incarico che si rinnova di chiamata in chiamata dalle agenzie interinali
In un'area tanto delicata per le inchieste sulla corruzione e lo sfruttamento del lavoro, gli operai specie stranieri impiegati nella catena della cantieristica di Porto Marghera non trovano pace sulle condizioni occupazionali. La dura posizione lavorativa nelle ditte in appalto di Fincantieri, con assunzione dalle agenzie, si accompagna all'incertezza, al precariato, alla perdita dei diritti (malattie, ferie, permessi, tfr) e alla fragilità che questo comporta per loro e le famiglie che hanno a carico. Gente che lavora, padri e capi famiglia, nella maggior parte dei casi pagano a prezzo più caro la necessità di uno stipendio, il bisogno di una situazione occupazionale regolare e continuativa per assicurare buone condizioni di vita ai loro figli. Mercoledì ai cancelli della Fincantieri circa 80 lavoratori bengalesi hanno scioperato con le organizzazioni di rappresentanza del lavoro della Cgil: Filctem, Fiom e Nidil per chiedere un contratto a tempo indeterminato.
«Dieci giorni fa avevamo firmato un accordo con Humangest e Isolfin per l'assunzione fissa dal primo febbraio di una quarantina di lavoratori degli appalti. Nel tardo pomeriggio di mercoledì siamo venuti a sapere che a causa di non ben precisati problemi fra le ditte, i lavoratori rimarranno senza posto, né a tempo indeterminato e neppure a termine - scrivono le sigle sindacali - Riteniamo vergognoso si giochi sulla pelle dei lavoratori e delle loro famiglie e poco rispettoso l'atteggiamento tenuto nei confronti dei sindacati che hanno portato avanti la trattativa. Non è la prima volta che i lavoratori pagano per le diatribe fra le società coinvolte. Chiediamo vengano mantenuti gli impegni presi e si faccia di tutto per rendere concreto quanto firmato». Operai e sigle sindacali promettono mobilitazioni e altri scioperi se non verrà rispettato quanto pattuito negli accordi.