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Sciopero dei dipendenti di acqua e gas: "Meno diritti e aumenti salariali ridicoli, inaccettabile"

Venerdì in piazzetta Pellicani a Mestre i lavoratori manifestano e consegnano volantini. Protesta a livello nazionale per il mancato rinnovo del contratto: "Condizioni ridicole"

Lo sciopero nazionale va in scena anche a Mestre in piazzetta Pellicani, dove la mattina di venerdì decine di lavoratori si radunano per dare voce alla propria protesta. Manifestazione e volantinaggio dei dipendenti del comparto gas e acqua aderenti alle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil, dalle 9.30. Al centro  per il mancato rinnovo del contratto.

I sindacati si oppongono fermamente alle proposte datoriali, come quella dell'aumento salariale di 60 euro lorde: "Assolutamente inadeguata al costo della vita" e quello dei licenziamenti per scarso rendimento, ma "chi certifica il rendimento? Dobbamo forse aspettarci che in concreto qualcuno possa essere messo alla porta dalla società per cui lavoro, perché magari è poco simpatico?", spiega Davide Stoppa della Filctem Cgil Venezia.

L'altra questione riguarda il coefficiente per il calcolo degli adeguamenti salariali, che le aziende di gas e acqua propongno di cambiare, riducendolo, con ulteriori ricadute sull'incremento dei guadagni, anche queste "inaccettabili" per lavoratori e sindacati.

"Le rappresentanze datoriali, continuano a tenere posizioni per noi irricevibili, perché mettono in discussione diritti e salario dei lavoratori - scrivono Filctem, Femca e Uiltec - Permane la possibilità di abbassare sia la mansione (demansionamento), che il livello di inquadramento del lavoratore, di superare l'indennità di uscita turno dei turnisti, con il mantenimento di una sola parte di quanto maturato con l'anzianità di servizio, di ridurre le maggiorazioni del lavoro straordinario, sopprimere le varie indennità contrattuali, abbassando il reddito".

Per Cgil, Cisl e Uil attualmente non c'è alternativa allo sciopero. Perché "le aziende puntano a scaricare sulle spalle degli operatori un periodo di grave difficoltà, come se la soluzione ai problemi fosse l'abbassamento delle tutele di chi lavora per mantenere la famiglia, invece che una vera lotta agli sprechi e alle entità inutili create per scopi che nulla hanno a che vedere con il bene del paese. È inaccettabile proporre un aumento contrattuale che in tre anni non recupera nemmeno il costo della vita reale, creando ulteriori difficoltà economiche in un paese che ristagna e che non è più in grado di risollevarsi. Per tutti questi motivi le migliaia di lavoratori delle aziende del settore interessato nella provincia e del Comune di Venezia hanno aderito allo sciopero nazionale di settore e alla manifestazione, ribadendo la  preoccupazione di una deriva sui diritti e le tutele salariali".

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