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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Tessera

Sciopero e presidio alla Leonardo: 140 addetti della SuperJet rischiano stipendi e futuro

Già in contratto di solidarietà, i 144 lavoratori incrociano le braccia lunedì, dalle 8 alle 10, per paura di perdere a breve anche quel poco di cassa integrazione che ricevono

È una Pasqua amara quella che si preparano a trascorrere i 144 dipendenti della SuperJet di Tessera: lunedì hanno organizzato uno sciopero, mentre 4 giorni fa sono entrati in contratto di solidarietà con l'attività ridotta del 70-80%, per effetto delle sanzioni che anche l'Italia ha messo in piedi contro la Russia, a seguito dell'invasione ucraina. Nessuno può dire se dopo questi sacrifici l'azienda, al 90 per cento controllata dalla russa Irkut Corporation con una partecipazione al 10 per cento di Leonardo, potrà tornare a commercializzare il velivolo SSJ 100, fabbricato interamente in Russia, alle compagnie aeronautiche occidentali. Con la sospensione attuale delle attività al 70-80%, quota che per ora provvede l'Inps a pagare ai dipendenti, c'è il rischio che la SuperJet International non riesca più a retribuire neanche in minima parte gli addetti, tutti altamente specializzati. Per questo lunedì 11 aprile saranno in sciopero, dalle 8 alle 10, e in presidio alle officine aeronavali, per provare a vincolare Leonardo ad assumersi degli impegni di fronte a questa situazione.

Pur essendo la SuperJet una società regolata dal diritto italiano, è l'azienda statale russa Sukhoi Civil Aircraft Co. (Scac) a versare gli stipendi e a coprire le spese dei capannoni, anche in perdita. Ma in questo momento, a guerra in corso, l'impegno sta venendo meno e ci sono fornitori europei che rifiutano di far arrivare a Tessera i pezzi di ricambio e il materiale necessario a procedere con la realizzazione degli interni e delle livree dei velivoli aerei. Così resta tutto fermo, e l'aereo che arriva dalla Russia per essere lavorato alla Leonardo di Venezia, non ha neppure le autorizzazioni per tornare indietro. «La Leonardo trovi una soluzione - affermano i sindacati Fim e Fiom - È in pericolo anche la Divisione elicotteri, un pezzo delle vecchie officine aeronavali, con i suoi 280 lavoratori. Si sta esaurendo la commessa governativa per l'Esercito italiano e da fine 2022 non avranno più lavoro, mentre la Leonardo, per effetto della guerra, cresce. Non può girarsi dall’altra parte. Quando nacque SuperJet, la ex Finmeccanica, attuale Leonardo spa, controllava la società con il 51% delle azioni, poi via via la sua partecipazione si è ridotta all’attuale 10%, un vero e proprio disimpegno che non possono pagare i lavoratori».

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