Supermercati a mezzo servizio, sciopero e corteo dei lavoratori
Commessi e cassieri protestano contro stipendi bassi e orari sempre più flessibili (e impossibli). Disagi per chi sabato va a fare la spesa nei market
Condizioni di lavoro sempre meno sostenibili, mentre gli stipendi sono gli stessi da due anni. E qualcuno tenta anche di abbassarli. Sono i temi al centro della mobilitazione dei lavoratori del comparto commerciale, commessi e cassieri, magazzinieri e capireparto che sabato hanno incrociato le braccia in tutta Italia. Per il Veneto la manifestazione si è svolta a Vicenza, con centinaia di dipendenti dei supermercati veneziani partiti in mattinata da Mestre e dintorni per partecipare al corteo. Si chiede prima di tutto il rinnovo del contratto, scaduto dal 2013. Ma anche di difendere diritti e salario, a fronte di turni di lavoro sempre più pesanti, con aperture tutti i giorni, anche domeniche, festivi e notturni. Non solo, perché ci sono catene che stanno sperimentando aperture fino a mezzanotte, con l'ipotesi di arrivare all'opratività 24 ore su 24.
"L'adesione è alta - spiega un rappresentante sindacale Filcams Cgil - Molte Coop sono rimaste chiuse, in altre sono stati costretti a chiamare i lavoratori con contratto a termine anche da altri punti vendita per riuscire a garantire il serivizio. Certo è che uno sciopero a questi livelli di adesione non si è mai visto. È chiaro che la situazione è insostenibile". Sicuramente i disagi ci sono, soprattutto nelle Coop: quella di Mestre Campo Grande è aperta, ma chiude alle 19 anziché alle 20.30 e per tutto il giorno i reparti pescheria e macelleria sono off limits.
"Sono trascorsi 22 mesi dalla scadenza del contratto della distribuzione cooperativa - si legge in un comunicato - e le associazioni imprenditoriali continuano a respingere le richieste dei lavoratori, creando uno stallo della contrattazione collettiva inaccettabile. Questa la lista delle richieste della distribuzione cooperativa: aumento del divisore orario, quindi riduzione del costo dell'ora lavorata; riduzione delle maggiorazioni di straordinario, supplementare, notturno, festivo e domenicale; riduzione del trattamento di malattia per assenze brevi; revisione del sistema classificazione eliminando il 4 super e il 3 super; conferma delle minori ore di permesso per le piccole cooperative e ampliamento dell'applicazione anche per imprese oltre i 300 dipendenti che hanno una rete vendita assimilabile a quelle minori; inserimento di un sistema derogatorio del contratto nazionale per la rete vendita del sud Italia".
"Confermiamo la nostra disponibilità a trattare sulla flessibilità - spiega Pierangelo Raineri, segretario Fisascat Cisl - Ma ribadiamo la nostra ferma contrarietà alla drastica riduzione del costo del lavoro, ai tagli sugli scatti di anzianità e ai passaggi di livello, come anche sulla sospensione della tredicesima e quattordicesima ai fini della maturazione del trattamento di fine rapporto". A questo, appunto, si aggiungono gli effetti della liberalizzazione degli esercizi commerciali: "Hanno portato a aperture indiscriminate 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 - attacca il sindacalista - con conseguente peggioramento delle condizioni di lavoro degli addetti, costretti al surplus orario".