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Cronaca

A mezzanotte scatta lo sciopero di 48 ore dei taxi

Conducenti di taxi acquei di Venezia e alcuni gondolieri saranno presenti al presidio nazionale davanti a Palazzo Chigi

Alla mezzanotte di oggi scatta il "fermo" di 48 ore dei taxi in tutta Italia. La mobilitazione di Confartigianato Taxi del Veneto porterà un centinaio di tassisti (tra i quali anche colleghi dei taxi acquei di Venezia ed alcuni gondolieri) al presidio nazionale davanti a Palazzo Chigi domani, 5 luglio. Mercoledì mattina, presso la sede della LegaCoop del Veneto a Marghera, si terrà una assemblea unitaria delle maggiori sigle regionali.

Confartigianato, LegaCoop, Confcooperative, Fita Cna e Uritaxi, tutte unite per dire «No al Ddl “Concorrenza”» che interviene sul settore trasporto pubblico non di linea che è un settore dove coesistono piccole e micro imprese, localizzate territorialmente, in ragione del servizio di trasporto pubblico erogato a favore e nell’interesse di utenza locale in modo integrativo e complementare al servizio di trasporto pubblico locale. «Ricordiamo - spiegano da Confartigianato - che il regime delle licenze e delle autorizzazioni, di fatto, impedisce la formazione di monopoli in quanto vi è un limite oggettivo al cumulo, che è vietato nel servizio taxi e limitato nel servizio Ncc. Le tariffe sono amministrate e vi sono obblighi minimi di servizio a tutela dell’utenza. Il servizio ha livelli di regolazione analoghi in tutta Europa e nel Mondo»

«Con questo provvedimento, - commenta Alessandro Nordio, delegato nazionale per la categoria Taxi di Confartigianato - il Governo intende ottenere una delega in bianco, con l’unico obiettivo a quanto pare, di consentire a piattaforme multinazionali globalizzate di monopolizzare la domanda con una intermediazione sregolata, che verosmilmente costringerà i vettori ad accettare condizioni di erogazione del servizio in contrasto con la tutela del lavoro, lo sviluppo dell’artigianato e della cooperazione, eludendo il principio di competenza esclusiva e sussidiaria delle Regioni e minando la responsabilità sociale a cui deve tendere la libera iniziativa privata. Nonostante le ripetute richieste delle associazioni di categoria, negli ultimi sette mesi non è stato possibile un reale confronto con il Governo».

Confartigianato spiega che la richiesta di stralcio dell’art. 10 (ex.art.8 nelle precedenti versioni del testo) è mossa dalle seguenti ragioni:

  • Il provvedimento non entra adeguatamente nel merito della necessaria regolazione delle piattaforme, la diversità tra chi fa intermediazione senza responsabilità nel trasporto e chi - attraverso forme organizzative costituzionalmente tutelate dall’articolo 45 della Costituzione - effettua interconnessione tra domanda e offerta.
  • Non riconosce adeguatamente alle Regioni e ai Comuni il ruolo che spetta loro in virtù dell’articolo 117 della Costituzione, anzi sembra volerne limitare le competenze.
  • Non individua un percorso di confronto e condivisione con la Conferenza Unificata prevedendo la formula “sentita la..” e non “previa intesa con..”.
  • Non si pone la giusta attenzione al livello professionale degli addetti. Vengono indicati solo generici standard qualitativi più elevati, trascurando sicurezza, qualità e trasparenza, propri del servizio pubblico.
  • Non pone reali obiettivi ci carattere ambientale in linea con il processo di transizione ecologica, individuando risorse che si potrebbero ottenere riaggiornando la legge 12/2019 sulla base di principi che facciano riferimento all’utilizzo dei veicoli a basso impatto ambientale, individuando servizi innovativi che abbiano l’obiettivo di ridurre i costi per l’utenza e con il fine di ridurre il carico inquinante, ottimizzando l’uso dei veicoli attraverso la condivisione e l’integrazione dei percorsi.
  • Non pone limiti alla libera iniziativa privata trascurando la responsabilità sociale che l’eccesso di intermediazione sminuisce a scapito del mero profitto.
  • Non istituisce il Registro Elettronico Nazionale (REN) e le relative targhe professionali.
  • Infine la riforma appare più utile a risolvere un problema locale e territorialmente circoscritto, a discapito invece di esempi virtuosi che in tutto il territorio nazionale hanno consentito uno sviluppo ordinato e proficuo per l’utenza.

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