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Cronaca

Sciopero del primo giugno, adesione totale. C'è chi ha preso ferie per evitare di restare bloccato

Delegazione sindacale dal presidente del Consiglio regionale Ciambetti. Nelle grandi città italiane partecipazione all'astensione nazionale nel trasporto pubblico fino al 100%

«Attenzione, permesso!». Cerca di apririsi un varco fra la gente il trasportatore con il carro vicino a San Luca: la gente a Venezia c'è. Incolonnata sul ponte della Libertà in macchina per trovare parcheggio a piazzale Roma o al Tronchetto, e poi a passeggio a piedi: a San Tomà, all'Accademia, a Santo Stefano in Riva Sette Martiri, a San Marco e a Rialto, in questo lungo ponte di sole del 2 giugno. Inutile chiedere alle biglietterie quando passerà il prossimo vaporetto: «strike», sciopero del trasporto pubblico. Un'astensione che ha toccato il 99% di adesione in Actv, paralizzando per 24 ore la città oggi, primo giugno. Si sapeva che i disagi sarebbero stati alti. Qualcuno si è organizzato prendendo ferie per evitarli. Ad altri che hanno sfidato la sorte è capitato di attendere il bus invano. E nelle fasce garantite, quel poco che ha viaggiato, è stato preso d'assalto, lasciando comunque a terra i passeggeri eccedenti il limite del 50% della capienza a bordo, causa Covid.

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L'astensione, a carattere nazionale, a Venezia si è legata alla vertenza locale sulla disdetta aziendale dell'integrativo. Lavoratori, delegati sindacali e sindacalisti a Venezia si sono dati appuntamento al presidio delle 10, a palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale, dove alcune delegazioni accompagnate dalle forze dell'ordine sono state ricevute. «Deve passare il messaggio che se stiamo osservando limiti di velocità e regole è per una sicurezza dei passeggeri e dei lavorarori e per garantire la salute pubblica facendo rispettare le norme anti contagio. Se fino a oggi ci abbiamo messo del nostro per garantire la puntualità ora non ce la facciamo più perché i tempi sono ancora più ristretti e se poi capita qualcosa, come quella volta che un passeggero è caduto in acqua, la responsabilità è del pilota, non dell'azienda», spiega Michele De Col di Actv e consigliere di Municipalità di Venezia.

«Durante il confronto in Consiglio regionale abbiamo ribadito che a fronte dei ristori assegnati dal governo alle aziende, non è più accettabile che i lavoratori del Tpl siano ancora senza contratto, e rispetto a questo il presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti ha assicurato che parlerà con l'assessore regionale e vicepresidente della Regione Elisa De Berti e con il ministero per sbloccare questa situazione - commenta Francesco Sambo segretario Uiltrasporti -. Rispetto alle problematiche di Venezia abbiamo ribadito che la situazione è al collasso e che in questi ultimi weekend è anche peggiorata, chiedendo l'intervento della Regione nei confronti del Comune affinché accetti le proposte sindacali, partendo dallo sblocco del turnover».

Con Ciambetti c'erano i consiglieri Marco Dolfin (Liga Veneta), componente di maggioranza della Commissione trasporti del Consiglio, Jonatan Montanariello (Partito Democratico), vicepresidente della stessa Commissione, e Raffaele Speranzon, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale. Tra i temi affrontati il rinnovo del contratto di lavoro, scaduto da diversi anni (che prevede il coinvolgimento delle rappresentanze aziendali Anav, Agens e Asstra, per i servizi di trasporto pubblico locale e regionale), le condizioni di lavoro, in particolare dal punto di vista della sicurezza, il tema della mancanza di autisti, e più in generale il riconoscimento del diritto alla mobilità dei cittadini. Nel corso dell’incontro sono state rappresentate la specificità veneziana e la complessità dei rapporti istituzionali che coinvolgono anche l’amministrazione comunale».

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«In pieno accordo con l’assessore De Berti - ha affermato Ciambetti - ci faremo carico della vertenza sui tavoli della Conferenza delle Regioni e della Conferenza Stato-Regioni, affinché su questo tema ci sia lo sblocco, i cui tempi credo siano ormai assolutamente maturi: l’assessore regionale lavorerà su questo fronte già nei prossimi giorni. Altro tema è quello della capienza dei mezzi pubblici, un aspetto che coinvolge più piani istituzionali a livello governativo, ovvero i ministeri degli Affari regionali, dei Trasporti e della Salute, che dovranno riuscire a trovare la soluzione per riportare la capienza ai livelli normali, in coincidenza con il ritorno in zona bianca e la conclusione dell’anno scolastico».

«Il contratto nazionale va rinnovato - ha dichiarato Montanariello - perché è impensabile che una categoria come quella dei lavoratori del Trasporto pubblico locale, tra gli eroi della pandemia, debba lottare per il rinnovo contrattuale, visto che non si trovano in una condizione diversa rispetto ad altre categorie per le quali è già avvenuto». «Quella odierna è stata una giornata positiva - ha affermato Dolfin - perché abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci con i rappresentanti sindacali e riflettere sullo stato della vertenza tra Actv e Comune di Venezia: come Regione ci siamo attivati con azioni e sollecitazioni indirizzate al Comune e all’azienda; al tempo stesso, intendiamo riflettere sull’atteggiamento che oggi il Comune di Venezia sta adottando circa l’utilizzo dei servizi forniti all’utenza, nel momento in cui il turismo, la prima industria veneta, sta ripartendo». Nelle grandi città, secondo i sindacati nazionali, «è stata molto alta l'adesione, in media dell'80%, con punte del 100%», hanno riferito Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal, Ugl Fna. A Roma si è tenuto un presidio davanti alla sede del ministero delle Infrastrutture dove una delegazione sindacale è stata ricevuta dal capo di gabinetto del ministro Enrico Giovannini. 

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