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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Guerriglia a Padova, arrestata un'attivista veneziana di Fossò vicina al Rivolta

Rimasta ferita durante il confronto fra forze dell'ordine e manifestanti, è stata portata al pronto soccorso con ferite alla testa e tagli ai piedi. Il processo fissato per settembre

Tre militanti dei centri sociali sono stati fermati e condotti in questura dopo gli scontri di lunedì sera a Padova. Tra loro un'attivista 22enne veneziana di Fossò, E.G., vicina al centro sociale Rivolta di Marghera, che è stata arrestata per resistenza a pubblico ufficiale. La ragazza sarebbe rimasta ferita durante la guerriglia fra forze dell'ordine e alcuni manifestanti e poi portata al pronto soccorso con ferite alla testa e tagli alle gambe. "Sono stata braccata dalla polizia mentre tentavo di aiutare una compagna in difficoltà - ha raccontato la ragazza in un video pubblicato sulla pagina Facebook di globalproject.info - sono stata ripetutamente manganellata e buttata a terra. Le violenze hanno causato ferite curate con 16 punti di sutura, alle gambe e alla testa. Dopo due ore trascorse in pronto soccorso sono stata portata, ancora dolorante, in una cella. Qui sono rimasta da sola, senza alcuna possibilità di comunicare con l'esterno e senza avere alcuna informazione fino a martedì mattina quando sono stata tradotta in tribunale".

L'altro militante arrestato, C.G., 29enne residente a Padova, sarebbe del centro sociale Pedro. Alle 12 di martedì, dopo l'udienza al tribunale di Padova, gli arresti sono stati convalidati mentre i processi sono stati rinviati su istanza della difesa dei due arrestati, a settembre.

Sono stati impiegati oltre 130 uomini delle forze dell'ordine, lunedì. Cinque operatori di polizia sono rimasti feriti. La ferita più grave sarebbe stata riportata da un sostituto commissario della Questura di Padova colpito da una bomba carta che, esplosagli sulla schiena, ha causato la lacerazione degli indumenti e ferite sul dorso. Tra i cinque, un operatore della polizia scientifica avrebbe riportato la frattura del dito di un piede a causa di un sanpietrino lanciato.

La polizia sospetta che si sia trattato di un attacco preordinato visto che il furgone carico di scudi si sarebbe trovato in piazza Insurrezione fin dall'inizio della manifestazione. A scatenare la deviazione del corteo "antifascista" sarebbe stato forse un video diretta Facebook pubblicato da Forza Nuova dove sembrava che gli attivisti stessero facendo un corteo, anche se in realtà non era così. Gli appartenenti al movimento di estrema destra avrebbero tirato fuori le bandiere a pochi metri da piazza Antenore. I manifestanti di Forza Nuova, lo dichiara la polizia, non avrebbero mai risposto alle provocazioni dei contestatori. 

"Nei giorni scorsi - spiegano dalla Questura - il movimento Forza Nuova ha prevvisato per la sera del 17 luglio una manifestazione con corteo che, partendo da piazza Mazzini avrebbe dovuto snodarsi per le vie del centro fino a giungere in piazza Garibaldi. Come immediata conseguenza anche i movimenti di opposta tendenza politica avrebbero annunciato lo svolgimento di una manifestazione in piazza Insurrezione, luogo che non sarebbe stato interessato dall'eventuale passaggio del corteo di Forza Nuova. In effetti, dopo aver lasciato le proprie auto nel parcheggio di piazza Rabin, gli esponenti di estrema destra, in silenzio e senza esporre bandiere e striscioni hanno raggiunto l'area della manifestazione".

 "I manifestanti di piazza Insurrezione - precisa la polizia - hanno deciso di effettuare un estemporaneo corteo per le piazze del centro storico. Ignorando le intimazioni dei funzionari preposti al servizio di ordine pubblico, hanno poi impovvisamente deviato dal percorso cercando di raggiungere piazza Antenore. In piazza delle Erbe si è frapposto uno sbarramento di personale di polizia che gli stessi non hanno esitato ad attaccare, non prima di aver acceso un fumogeno per occultarsi e scaricare da un furgone scudi in plexiglass rinforzati da materiale metallico. Ne è seguito un fitto lancio di sassi, bombe carta, bottiglie e anche parti di recinzione di un cantiere presente in piazza delle Erbe all'indirizzo della polizia. Le immagini degli scontri - concludono dalla Questura - sono all'esame della Digos anche alla luce delle recenti norme del decreto Minniti che consentono l'arresto in flagranza differita esteso ora all'ambito delle manifestazioni di piazza".

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