Blitz dei carabinieri nel casolare della droga: cinque in manette, stupefacenti sequestrati
Operazione dei militari di San Donà, hanno sorpreso i malviventi mentre stavano dormendo. Tutti senza fissa dimora, vivevano tra rifiuti e sporcizia: tra loro pure una ragazza incinta
Un casolare nella campagna del Basso Piave, dove la droga era prodotta e confezionata. L'operazione dei carabinieri di San Donà di Piave è andata in scena la scorsa mattina, e si è conclusa con l'arresto di cinque persone e la consapevolezza di aver fatto un passo avanti per il contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, in un territorio in cui la droga, specie tra i giovanissimi, scorre ancora a fiumi. Le indagini dei militari dell'arma, guidate dal tenente Dario Girolamo Russo, hanno portato al blitz in una casa di campagna situata in via Forcassona a Musile, zona Millepertiche: l'operazione è stata conclusa con l'ausilio dei militari delle stazioni di Jesolo, Meolo e Cavallino-Treporti.
Quando i carabinieri hanno fatto irruzione in quel casolare abbandonato, scelto dai malviventi, con ogni probabilità, per non destare sospetti e condurre le proprie attività illecite senza dare nell'occhio, li hanno sorpresi mentre stavano ancora dormendo. Erano in cinque. Forse il via vai continuo da una casa abbandonata è stata una delle micce che hanno insospettito le forze dell'ordine. Dopo aver pedinato tossicodipendenti, appostandosi nei luoghi principali dello spaccio, i militari sono quindi riusciti a penetrare all'interno della "fabbrica", dove probabilmente la droga non solo veniva preparata, ma anche venduta al dettaglio. All'interno i militari ha ritrovato tutto il materiale illegale, soprattutto droghe sintetiche e tutte le strumentazioni per confezionare le dosi da smerciare.
Sono finiti in arresto R.F., 33 anni, nato in Svizzera e residente a Musile, proprietario dell'immobile; V.F., 29 anni, italiano di Agordo (Belluno) e residente a Rivamonte Agordino; S.G., 23 anni, italiano originario e residente a Chivasso (Torino); G.S., unica donna del gruppo, 21 anni, italiana di Rovereto (Trento) e lì residente; O.D.M., 29 anni, italiano, nato a Capua (Caserta) e residente a Atella (Caserta). Tutti pregiudicati eccetto il proprietario del casolare, finora incensurato.
Le indagini sono state svolte "alla vecchia maniera", con osservazioni, pedinamenti e controlli, scoprendo che i cinque erano assidui frequentatori di rave party organizzati in tutta Europa. All'ingresso nell'abitazione la scena che si è presentata agli occhi dei carabinieri è stata a dir poco raccapricciante per la situazione di degrado e di indigenza che c'era lì dentro. Tutti i locali totalmente assenti delle basilari regole igienico-sanitarie, gli occupanti che dormivano su materassi luridi gettati per terra, rifiuti abbandonati ovunque, escrementi di animali e sporcizia, lastre di eternit nel giardino. Tanto che è stato necessario richiedere l'intervento della polizia locale di Musile e degli ispettori dell'Asl per la valutazione igienico-sanitaria del posto: lo stabile è stato dichiarato inagibile, con conseguente richiesta al sindaco di ordinanza di sgombero. Di più: è stato fatto arrivare il personale veterinario per la presenza di quattro cani, regolarmente detenuti, che sono stati prelevati e trasportati al canile locale.
C'era tutto il necessario per la produzione, il confezionamento e lo smercio della droga, in particolare metanfetamina, ketamina e Mdma: sequestrati 70 ovuli in cellophane per un totale di 700 grammi di hashish, un sacchetto in cellophane con 70 grammi di ketamina, svariate dosi tra metanfetamina, ketamina, Mdma e marijuana. E poi tre bilancini di precisione, un quaderno con nomi e cifre relativi agli acquirenti, un forno a microonde, un cilindro per la misurazione del liquido, flaconi contenenti sostanze chimiche, un teaser ed una pistola giocattolo. Sequestrati pure contanti per quasi 4mila euro. I cinque, sulla carta residenti in altri comuni d’Italia, di fatto erano senza fissa dimora e stabili in quell'abitazione. Sono stati portati al carcere di Venezia, tutti tranne la ragazza che, essendo incinta, è stata condotta ai domiciliari in una struttura assistenziale. Lunedì il processo di convalida degli arresti: convalida ottenuta per tutti e cinque, ma la custodia cautelare in carcere è stata disposta per il solo proprietario dello stabile. Per gli altri il divieto di dimora nella provincia di Venezia.