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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Mala del Brenta: in cella i "mestrini", Paron e Papa rischiano le manette

La Cassazione conferma le sentenze d'Appello del processo Rialto. Per Paggiarin e Sorgato si riaprono le porte del carcere. A rischio arresto il carabiniere e il poliziotto accusati da Maniero

L'ultimo capitolo della parabola criminale (e processuale) della Mala del Brenta è arrivato. La Cassazione ha infatti confermato le pene inflitte in Appello a molti esponenti dell'organizzazione capeggiata da Felice Maniero nel processo "Rialto". Nell'aula bunker di Mestre, a dicembre 2010, vennero condannati tra gli altri Giovanni Paggiarin, detto Paja, 65enne, uno dei capi dei "mestrini", e Gilberto Sorgato, detto Caruso, ora 59enne. A differenza degli altri componenti della banda, i due hanno atteso il pronunciamento della Corte da uomini liberi. Dovranno tornare in carcere. "Paja" dovrà scontare 14 anni e 9 mesi, mentre "caruso" 11 anni e 7 mesi. Dietro le sbarre incontreranno quelli che furono i loro compagni di ventura, già in cella per espiare altre condanne.

La sentenza della Cassazione è amara soprattutto per Angelo Paron, maresciallo dei carabinieri, e Antonio Papa, poliziotto. L'uno accusato da Felice Maniero di essere stato corrotto, l'altro di essere stato messo a libro paga dalla banda in cambio di informazioni riservate. Per loro il processo si allungherà. O meglio, dovrà essere ricelebrato l'Appello, ma solo per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Il militare dell'Arma era stato condannato a sette anni, mentre Papa era stato assolto. Ora torneranno in vigore le sentenze di primo grado: in quel caso al carabiniere erano stati comminati 11 anni, mentre al poliziotto 7. Rischiano di finire anche loro in carcere.

Confermate tutte le altre condanne del processo Rialto. Tra gli altri Paolo Pattarello (in primo grado condannato a 28 anni) si è preso 19 anni di galera, Silvano Maritan, il boss di San Donà di Piave, 17. Gilberto Boatto, il capo dei mestrini, 16 anni di carcere.

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