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Cronaca

Monica Busetto condannata all'ergastolo per l'omicidio Pamio, arresto immediato in aula

La sentenza letta venerdì sera in aula bunker a Mestre, dopo 6 ore di camera di consiglio. Ritenute evidentemente credibili le accuse di Susanna Lazzarini. I difensori: "Esterrefatti"

Ha assistito impassibile alle parole del presidente della Corte d'assise d'appello, Giovanni Termini. Poi si è seduta, in silenzio. Uno shock. Niente lacrime subito dopo la lettura della sentenza venerdì sera per Monica Busetto. Con ogni probabilità mai avrebbe pensato di essere condannata all'ergastolo per l'omicidio, in concorso con Susanna Lazzarini, di Lida Taffi Pamio, l'87enne uccisa a coltellate il 20 dicembre 2012 nel suo appartamento di via Vespucci a Mestre. L'arresto è invece scattato dirattamente nell'aula bunker di Mestre per la 53enne. Gli abbracci con i famigliari sono stati lunghi e toccanti, così come il conciliabolo insistito con l'avvocato Alessandro Doglioni, che ha cercato di rassicurare la propria assistita. Lo sguardo smarrito. Poi è stato il momento anche delle lacrime, quando gli agenti si sono avvicinati per compiere il loro dovere.

All'operatrice sociosanitaria del Fatebenefratelli sono stati contestati anche i futili motivi. Un'aggravante. E non sono state riconosciute le attenuanti generiche, a differenza della sentenza di primo grado. Le manette sono scattate per il pericolo di fuga dell'imputata: "Siamo esterrefatti - il commento a caldo degli avvocati difensori - sicuramente impugneremo la sentenza in Cassazione. Vedremo su che basi Monica Busetto è stata collocata in quella casa. Su che basi avrebbe avuto un ruolo attivo nell'omicidio". Sono visibilmente scossi, convinti che la propria assistita sia stata mandata di nuovo in carcere (dopo i 2 anni già trascorsi dietro le sbarre) ingiustamente. Doglioni e il collega Stefano Busetto faranno ricorso al Riesame: "Lo faremo il prima possibile", dichiarano.

Accolta in toto, quindi, la richiesta dell'ergastolo del sostituto procuratore generale Giovanni Francesco Cicero, secondo cui le accuse di Susanna "Milly" Lazzarini dovevano essere prese per buone. Secondo la 53enne, che ha confessato a febbraio il delitto, ad aiutarla a uccidere Lida Taffi Pamio sarebbe stata proprio la dirimpettaia della vittima. Anzi, Monica Busetto avrebbe inferto il fendente fatale al collo dell'87enne, perdendo quasi la pazienza perché nonostante le coltellate "Milly" non riusciva a raggiungere il presunto "obiettivo comune".

E' lecito ipotizzare che durante le 6 ore di consiglio i giudici togati e popolari abbiano discusso a lungo della collana trovata nel portagioie della Busetto, architrave della condanna a 24 anni e mezzo in primo grado nei confronti della Busetto: "La riconosco", aveva dichiarato 2 settimane fa Milly in aula, è quella che ho strappato di dosso al cadavere". "E' stata la prima volta dopo una serie di no - ha attaccato Doglioni nella sua arringa difensiva prima della sentenza - ma se alla Lazzarini fosse stata mostrata un'àncora di un transatlantico la risposta sarebbe stata identica. La traccia di Dna della vittima è infinitesimale, stiamo parlando di 3 microgrammi. Noi non contestiamo i risultati degli esami, ma sosteniamo che ci sia stata una contaminazione".

Nel mirino era finita immancabilmente anche la ricostruzione dei fatti resa in tribunale da Milly, arrestata il 31 dicembre scorso anche per l'omicidio di un'altra anziana, Francesca Vianello: "Non è credibile che Monica di fronte a una donna di 90 chili con un coltello in mano non prenda e scappi - aveva affermato Doglioni - così come decida di partecipare anche lei all'omicidio. Che si facciano le presentazioni, addirittura. La Lazzarini parla di infermiera, ma è perché l'ha letto dai giornali. La Busetto è operatrice socio-sanitaria e non si presenta mai come infermiera. Perché allora non sono state trovate tracce della Busetto sulla porta d'ingresso? E' tutto poco credibile. Come il fatto che a un certo punto Monica sia diventata l'orchestratrice del delitto. Dicendo di non usare i coltelli ma di strozzarla. Sul presunto colpo fatale sferrato dall'imputata, l'autopsia lo esclude. Milly dice che lei ha sferrato colpi talmente forti che due coltelli si sono spezzati. Per sua sfortuna è proprio il caso del fendente al collo. Quindi è una contraddizione. Gli interrogatori più veritieri sono i primi forniti dalla Lazzarini - ha concluso - quelli in cui ha dichiarato di aver fatto tutto da sola". I giudici non gli hanno creduto, disponendo il carcere a vita per la Busetto, la quale ha fatto ritorno in una fredda serata di pioggia in quel carcere della Giudecca da cui aveva ripetutamente professato la sua innocenza. E probabilmente continuerà a farlo.

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