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Cronaca stazione di Mestre

Ordinanza anti spaccio, 7 monopattini sequestrati dalla polizia locale nel primo giorno

I provvedimenti di sabato. I veicoli elettrici sono stati confiscati a cinque persone di origine nigeriana e a due di nazionalità tunisina

È entrata in vigore a mezzanotte tra venerdì e sabato l'ordinanza anti spaccio del sindaco Luigi Brugnaro, che ha disposto il sequestro di bici e monopattini elettrici quando l'utilizzo è collegato allo smercio di droga nell'area della stazione e del quartiere Piave. Sabato alle 10 è scattato il primo provvedimento e nel resto della giornata la polizia locale ha sequestrato altri sei monopattini elettrici, sette in tutto, confiscandoli a cinque persone di origine nigeriana e a due di nazionalità tunisina.

I mezzi sono stati trattenuti, contestualmente al controllo anti droga, in via Piave, via Dante, via Cappuccina e via Sernaglia. Gli agenti hanno fermato stranieri intenti ad adoperare il veicolo a motore elettrico in tutti quei casi indicati nel testo del dispositivo sindacale. "Per prendere contatto con i tossicodipendenti; per trasportare sostanze stupefacenti; per allontanarsi velocemente dal luogo di spaccio ed assicurarsi così le condizioni di “cessata flagranza” anche in caso di successiva intercettazione da parte delle forze dell’ordine; per assicurarsi l’impunità fuggendo per marciapiedi, vialetti pedonali, sottopassi, giardini e parchi".

Il dispositivo anti spaccio vieta l’utilizzo di bici e monopattini elettrici "alle persone non residenti nel Comune di Venezia - si legge - non dedite a funzioni lavorative in uffici, negozi e attività presenti all’interno del Comune e che non frequentano scuole o l'Università". Il divieto è stato esteso fino a via Miranese, e nel sottopasso che collega via Dante e via Rizzardi, oltre all'area di piazzale Giovannacci e via Ulloa, ed è strettamente legato al traffico di droga su tutta l'area, non è diretto a vietare la mobilità. Come si evince infatti, il testo è arrivato dopo che "le costanti attività di osservazione della polizia locale e delle forze di polizia hanno dimostrato come persone dedite allo spaccio utilizzino bici e monopattini elettrici quale mezzo di trasporto per realizzare i loro piani criminali".

«Le vittime saranno i soliti. Gli ultimi. Quelli che lavorano in nero o per le mafie perché la droga illegale è un grande business per accrescere il loro potere in città - commenta il comitato "ViviAmo Marghera" -.  Si continua con politiche securitarie miopi tra ordini di allontanamento, che hanno una validità di 48 ore o ordinanze, come questa, di 90 giorni senza prospettare soluzioni a lungo termine. Eppure, di proposte ce ne sono. Sia per una gestione del consumo di droghe in strada che non crei disagi ai residenti come l'assunzione di almeno 5 operatori da destinare al lavoro di riduzione del danno, che l'interruzione dei Daspo per i consumatori, che hanno aumentato il conflitto sociale spostandoli da una parte all'altra della città».

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