rotate-mobile
Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca Santa Maria di Sala

Indagine sul fallimento del Tom Village, sequestro da 7 milioni di euro

Due aziende e otto persone risultano coinvolte nell'inchiesta della guardia di finanza sul fallimento della società, avvenuto a febbraio 2021

La guardia di finanza ha eseguito un provvedimento di sequestro preventivo di immobili, auto di lusso e denaro per circa 7 milioni di euro nei confronti di due aziende e otto persone coinvolte nel fallimento della società Tom Village, che fino a febbraio 2021 aveva gestito il centro Tom di Santa Maria di Sala.

L’operazione è stata effettuata al termine di un'indagine diretta dalla procura ed eseguita dal nucleo di polizia economico finanziaria di Venezia. Dagli accertamenti è emerso che i presunti responsabili avrebbero letteralmente "svuotato" il centro commerciale, ottenendo profitti illeciti con varie modalità: soldi che sparivano senza giustificazioni, merce venduta a terzi incassando personalmente i guadagni, fatture per operazioni inesistenti e bilanci falsi. A carico degli amministratori dell'impresa, quindi, sono stati raccolti «chiari indizi» che dimostrerebbero violazioni penali di carattere societario e tributario.

Nel mirino dei finanzieri sono finiti in particolare tre amministratori, due veneziani e uno residente nel trevigiano. Gli investigatori li ritengono responsabili di condotte «distrattive dei beni aziendali, false informazioni nei bilanci societari, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti». Per questo la procura ha richiesto nei loro confronti l'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari. Il Gip ha rigettato la richiesta, la procura ha presentato ricorso al Riesame e questo, oltre al sequestro di beni per 7 milioni di euro, ha disposto gli arresti domiciliari. La misura cautelare, però, non è ancora esecutiva, vista la possibilità per gli indagati di proporre ricorso alla Corte di Cassazione.

Le difficoltà economiche del centro Tom erano iniziate anni fa. Gli entusiasmi per l'acquisto da parte del sedicente emiro Yousef Al Bahar, nel 2016, si erano spenti quasi subito. Nessun vero rilancio. Nel 2018, come si legge nella sentenza di fallimento, «la fusione della Dubai holding nella Tommasini spa, poi Tom Village, doveva portare nel conto della Emirates Ndb di Dubai quasi 8 milioni di euro, che però non arrivarono mai». Il manager era rimasto di fatto Massimiliano Riolfo, al quale subentrò Renato Celotto, seguito, fino al 2020, da Luigi Ardizzoni, poco prima del fallimento dichiarato nel corso della gestione di Jimmy Greselin (febbraio 2021).

Nel frattempo il "buco" si era ingrandito, arrivando a decine di milioni di euro. Ora la finanza ne ha recuperato una parte con il sequestro ai presunti responsabili. Tra i beni sequestrati ci sono immobili a Santa Maria di Sala, Lignano (Udine) e Villorba (Treviso). E poi auto di lusso quali Porsche e Maserati, oltre a conti correnti.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Indagine sul fallimento del Tom Village, sequestro da 7 milioni di euro

VeneziaToday è in caricamento