rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Sconosciuti al Fisco, ma avevano un tesoro: sequestro da 2,5 milioni a due famiglie sinte

I nuclei dei Braidic e Hudorovic erano residenti tra Pordenone e Portogruarese. Commerciavano in auto di lusso ma non pagavano le tasse. Requisite ville di pregio ed esercizi commerciali

Il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Pordenone ha sequestrato 12 ville di pregio (alcune, come si vede nel video, anche con piscina), 3 terreni edificabili, un appartamento e un locale commerciale per un valore di 2,5 milioni di euro. I beni erano nella disponibilità degli appartenenti a due famiglie rom (gli Hudorovic e i Braidich), residenti tra la provincia di Pordenone e quella di Venezia. Sono 33 le persone finite nei guai, cui viene contestato un giro di 36 milioni di euro racimolati in 8 anni. I componenti delle due famiglie milionarie, imparentate tra loro, risultavano nullatenenti al Fisco o comunque dichiaravano redditi risibili rispetto al loro tenore di vita. I finanzieri si sono imbattuti in un turbinìo di conti correnti, spesso intestati alle donne delle famiglie e utilizzati per movimentare i soldi. I sequestri (per equivalente, ossia calcolati in base all'ammontare delle imposte evase) hanno interessato tre ville, due ad Annone Veneto e un'altra a Musile di Piave.

I finanzieri della Compagnia di Pordenone, comandati dal colonnello Fulvio Bernabei, hanno accertato che gli indagati svolgevano con modalità illecite commercio di auto di grossa cilindrata - tra cui Ferrari, Lamborghini e Porsche, circa 500 quelle vendute per un giro da 4 milioni di euro - e che inoltre si occupavano di costruzione e vendita di ville di lusso e lucidatura e doratura di arredi sacri di proprietà della Chiesa. Anche in questo caso i guadagni erano piuttosto elevati. Lavoravano "insieme", tant'è vero che la Procura contesta alle due famiglie un unico reato di associazione a delinquere.

"Tali attività, che negli anni avevano fruttato redditi milionari, erano organizzate in maniera tale da configurare una vera e propria società di fatto - dichiara la guardia di finanza  in una nota - che tuttavia non aveva mai presentato le dovute dichiarazioni dei redditi. I ricavi conseguiti in forma associata venivano ripartiti, attraverso un fitto reticolo di conti correnti bancari e postali, tra i componenti dei due nuclei famigliari, finendo per alimentare l’elevatissimo tenore di vita degli stessi, ancora una volta, “in barba” al Fisco".

A carico loro pende la richiesta di applicazione delle misure di prevenzione patrimoniale previste per legge in quanto ritenuti vivere abitualmente con i proventi di attività delittuose. Tali misure saranno oggetto delle udienze già fissate dal Tribunale di Prevenzione di Pordenone per il prossimo mese di settembre.

I finanzieri hanno esaminato svariate migliaia di assegni, bonifici e soprattutto movimenti di denaro contante giungendo a ricostruire, nel solo quinquennio 2009-2014, ben 59 operazioni immobiliari per circa 1,8 milioni di euro, oltre 500 compravendite di autovetture, per circa 4 milioni di euro, mentre altri 1,7 milioni di euro avrebbero fruttato al clan le attività di lucidatura degli oggetti sacri d’oro e d’argento di proprietà di alcune parrocchie sparse sull’intero territorio nazionale. L’operazione è scattata alle prime luci dell’alba quando oltre 60 finanzieri hanno bussato alla porta delle 9 ville degli indagati per eseguirne la perquisizione e notificare il decreto di sequestro.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sconosciuti al Fisco, ma avevano un tesoro: sequestro da 2,5 milioni a due famiglie sinte

VeneziaToday è in caricamento