rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024

«L'importanza di una pedagogia democratica»: settant'anni di cooperazione educativa | VIDEO

Il Movimento di Cooperazione Educativa (MCE), associazione nazionale che riunisce insegnanti di ogni ordine e grado, ha celebrato settant'anni di attività attraverso due giorni di conferenze, incontri e dialoghi al Centro Culturale Candiani di Mestre. Tra i temi affrontati: la storia del movimento, le future sfide pedagogiche e i nuovi metodi educativi

Una lunga storia di ricerca e cooperazione educativa per contrastare le diseguaglianze sociali e rendere la scuola inclusiva e democratica: il Movimento di Cooperazione Educativa (MCE) celebra settant'anni di attività guardando al futuro e interrogandosi sui nuovi metodi pedagogici. 

Non a caso, Tessere il futuro - Lungo i fili della pedagogia popolare è il titolo dell'evento che, venerdì 10 e sabato 11 dicembre, ha animato il Centro Culturale Candiani di Mestre attraverso conferenze, incontri e dialoghi sui temi legati all'educazione scolastica. 

Nato a Fano nel 1951, il Movimento di Cooperazione Educativa è un'associazione attiva su tutto il territorio nazionale che riunisce insegnanti di ogni ordine e grado, ma anche dirigenti scolastici, educatori e studenti, il cui impegno condiviso è quello di sollecitare politiche scolastiche adeguate a realizzare condizioni sociali e pedagogiche inclusive e democratiche.

Sulla scia del pensiero di Célestin Baptistin Freinet – pedagogista e educatore francese, fautore della pedagogia popolare –, dagli anni Cinquanta il movimento «si occupa di formazione, perché pensiamo che questa sia la prima leva per garantire uguaglianza di opportunità ai bambini. Crediamo in una pedagogia dell'emancipazione che, partendo dai bisogni del singolo, arrivi a prevedere percorsi didattici futuri attraverso l'utilizzo di particolari tecniche educative» ha spiegato Anna D’Auria, dirigente scolastica e segretaria nazionale Mce.

Ad oggi il movimento ha superato le 1200 unità attive su tutto il territorio nazionale, registrando una crescita costante soprattutto negli ultimi anni: «Questo dato ci racconta che oggi più che mai gli insegnanti sentono il bisogno di far parte di una comunità professionale, dando così importanza al valore di un insegnamento inteso come espressione di militanza sociale e politica attiva» ha concluso D’Auria.

Il gruppo territoriale Quintilio Marini di Venezia Mestre

L'attività del MCE coinvolge tutto il territorio italiano anche grazie alla suddivisione in più di trenta gruppi territoriali educativi. Proprio nello stesso anno del settantesimo anniversario dalla fondazione del movimento, la sezione Quintilio Marini di Venezia Mestre celebra cinquant'anni di attività.

Una storia che inizia nel 1971 grazie all'impegno sociale ed educativo di numerosi insegnanti, tra cui il noto pedagogista e scrittore Mario Lodi. Il gruppo è un vero e proprio laboratorio sociale, un luogo di interdipendenza che promuove il valore di un'educazione inclusiva e democratica all'interno del territorio in cui è inserito, in un dialogo costante tra ambiente e formazione.

«Sono molti anni che il Comune di Venezia collabora con il Movimento di Cooperazione Educativa sia nell'ambito delle politiche educative sia in quello della coesione sociale – ha affermato l'assessore comunale alle Politiche educative Laura Besio, intervenuta questa mattina all'incontro Se la scuola promuove i diritti di cittadinanza –. Sapere che in questo lungo percorso sono stati fatti passi insieme, nella nostra città, anche grazie alla collaborazione con il gruppo locale Quintilio Marinini, è motivo d'orgoglio. La scuola è il vero investimento del nostro futuro: lo spazio di crescita dove si entra bambini e ragazzi e si esce cittadini. Sta a noi la responsabilità di formarli e informarli, renderli consapevoli e responsabili per sé e per la comunità, anche attraverso l'educazione alla cittadinanza».

Le nuove sfide pedagogiche

Numerose e importanti le sfide che la formazione dovrà affrontare nel prossimo futuro: «Oggi siamo di fronte a una scuola che non è riuscita a realizzare pienamente l'uguaglianza di opportunità – ha spiegato D'Auria –. Infatti sono ancora numerosi i fenomeni della dispersione e dell'abbandono scolastico. Tra gli interventi che la scuola dovrebbe attuare vi sono la riduzione del numero delle classi negli istituti, un tempo pieno diffuso a tutti e la messa in pratica di una pedagogia emancipativa per tutti e per tutte».

Tra i problemi affrontati, anche gli effetti dell'emergenza sanitaria sull'istruzione: «La didattica a distanza è stata  fondamentale ma non è la formula adatta a far apprendere e socializzare i bambini» ha dichiarato Domenico Canciani, socio del MCE. «La scuola deve interrogarsi molto anche sui temi attuali, come la cura dell'ambiente e del pianeta, per cercare di sviluppare nuovi modi di pensare e progettare così un futuro educativo al passo coi tempi» ha concluso Giancarlo Cavinato, cofondatore del gruppo territoriale di Venezia Mestre.

Video popolari

«L'importanza di una pedagogia democratica»: settant'anni di cooperazione educativa | VIDEO

VeneziaToday è in caricamento