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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca Giudecca

Chiesa del Redentore sfregiata: indagini delle forze dell'ordine

L'edificio sacro simbolo del voto della cristianità per la liberazione dalla peste nella città lagunare. L'imbrattamento apparso nella notte fra domenica e lunedì. Verifiche dalle forze dell'ordine e la Soprintendenza

Un enorme sfregio di color rosso ha imbrattato la facciata della chiesa del Redentore a Venezia, nella notte tra domenica e lunedì nella fascia tra le 22 e le 6. Oltre al colore sono stati disegnati in nero dei segni che sembrano richiamare una formula. Le immagini sono state postate sulla pagina Facebook del gruppo 25Aprile ed è probabile che alle forze dell'ordine siano arrivate parecchie segnalazioni dalle persone che fin dall'alba hanno notato l'imbrattamento. Anche la chiesa di Sant'Antonin, a Castello, è stata imbrattata con dei disegni sulla parete esterna, probabilmente pochi giorni fa.

Tutto è al vaglio delle forze di polizia e della Soprintendenza che stanno cercando di ricostruire l'accaduto: l'orario, la responsabilità, eventuali testimoni. Come si vede dalle foto della chiesa del Redentore che sono state scattate e postate, l'enorme rettangolo dipinto di rosso è quello sulla parte destra del portone e corrisponde alla base sopra la quale è situata una delle due statue. La chiesa, che risale al 1577, è dall'architetto Andrea Palladio e reca opere del Tintoretto, di Paolo Veronese, di Jacopo Palma il Giovane, di Francesco Bassano, di Alvise Vivarini e di Pietro Della Vecchia. È il punto di riferimento delle celebrazioni della festa del Redentore a metà luglio, per ringraziare il quale fu innalzata la chiesa a seguito del voto fatto per ottenere la liberazione dalla peste nella città lagunare.

Sotto: gli imbrattamenti a Sant'Antonin

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Il patriarcato ha diffuso un commento: «Si è appreso, con rammarico, che la facciata della Basilica del Redentore alla Giudecca e la chiesa di Sant’Antonin a Castello sono state prese di mira da atti vandalici che hanno danneggiato edifici che rivestono un rilevante significato religioso, oltreché storico e culturale, tanto per i veneziani quanto per i visitatori. Spiace dover constatare, in tale caso come in altri simili, la totale mancanza di rispetto che si unisce all’ignoranza e alla grossolanità. Deturpare monumenti e luoghi simbolo, che appartengono alla tradizione culturale e religiosa della città, è prima di tutto un’offesa all’intelligenza propria e, poi, a quella dell’intera città di Venezia».

«Qualunque sia il movente di un simile gesto, si tratta di una vera dimostrazione di ignoranza del valore artistico della chiesa del Redentore, edificio palladiano, e dell’importanza identitaria che ha per Venezia e il Veneto - ha aggiunto il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia - Gli inquirenti faranno luce su quanto è accaduto. Intanto esprimiamo la più ferma condanna per un simile gesto oltraggioso e incivile».

Fra' Gianfranco Tinello, superiore del convento e custode del tempio, ha riferito all'Ansa che l'ultimo frate che è passato domenica sera non aveva notato nulla di strano, mentre stamattina quando è emerso il fatto c'era già chi lo stava commentando. Poi sono state contattate le forze dell'ordine. Secondo il frate non risulterebbero precedenti, né ripicche o altre vicende risalenti ai giorni scorsi. Il messaggio ha simboli matematici pare senza senso, ha continuato Tinello, dicendo poi che per il ripristino della facciata dovranno esser tolte risorse alla promozione culturale e alla solidarietà alle famiglie che con il Covid si sono trovate in difficoltà. La vernice era ancora evidente nel pomeriggio, in attesa delle verifiche di concerto con la Soprintendenza.

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