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Giovedì, 25 Aprile 2024
Metodo Venezia

Il questore detta la linea: più rimpatri, ronde notturne e sinergia tra forze di polizia

È il cosiddetto "metodo Venezia" per cercare di risolvere l'annoso problema della microcriminalità a Mestre, e porre le basi per una strategia d'azione comune «in cui ognuno deve fare la propria parte»

L'attività di prevenzione interforze è fondamentale. È questo il concetto che il questore di Venezia, Maurizio Masciopinto, rimarca a più riprese all'indomani dell'operazione coordinata tra polizia di Stato, guardia di finanza e polizia locale nella zona più calda della criminalità di Mestre. Solo unendo le forze è possibile dare delle risposte a residenti e commercianti che da anni sono letteralmente esasperati dalla criminalità che dilaga nel quartiere, e che nelle ultime settimane ha avuto un'ulteriore esplosione, come testimoniano i sette accoltellamenti in pochi giorni nell'area a ridosso della stazione ferroviaria.

Il questore: «Più prevenzione in orari notturni»

«Le voci dei cittadini non potevano restare inascoltate», ha sottolineato Masciopinto, che ha ribadito come la strategia "principe" sia incardinata sul tema dell'immigrazione. Spazio quindi a un'azione incisiva di rimpatri, che sta prendendo una forma compiuta in queste ore. Quello che ormai viene definito il "metodo Venezia", già usato nelle scorse settimane per rimpatriare tredici stranieri irregolari che creavano grossi disagi in Campo Santa Margherita e nei dintorni, «sarà applicato anche a Mestre, con una prevenzione più forte anche in orari notturni sul territorio».

Da via Piave, la microcriminalità si è spinta alle vie circostanti, ma non si tratta di un allargamento a macchia di leopardo del fenomeno, piuttosto di una "ricollocazione": «Queste persone, - ha detto il questore - quando si vedono messe all'angolo, si spostano». In questo senso la polizia locale di Venezia ha avviato un'attività molto forte di controllo sugli alloggi, «perché è importante andare a vedere dove si vanno a sistemare, e fare al contempo un lavoro di squadra per avere un maggiore scambio di informazioni e più coesione».

La gestione di una situazione critica, "esplosa tra le mani", potrebbe portare alla costruzione di una strategia d'azione anche per il futuro, che coinvolga all'unisono le varie forze di polizia. «Quando sono arrivato a Venezia tre anni e mezzo fa, - ha proseguito Masciopinto - si parlava già di via Piave, quindi è evidente che si tratti di una situazione di degrado territoriale su cui ciascuno deve fare la sua parte. Come dico sempre, il puzzle è un insieme di tessere. Ora la squadra è al lavoro, ricevo i primi messaggi da parte dei cittadini che cominciano ad avere un riscontro e ci sentiamo soddisfatti della strada intrapresa. Naturalmente il percorso è molto lungo, - ha concluso - ci sono situazioni che riguardano varie realtà, ma stiamo agendo a 360 gradi».

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