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Cronaca

Sindacati Avm in Regione il 9 aprile

Nel corso del presidio di martedì in prefettura la delegazione sindacale ha avuto la conferma del non ritiro delle disposizioni su orari e pause, effettive da mercoledì 7. «Inapplicabili», commentano alcuni. L'azienda intanto ha adeguato i servizi alla zona arancione ed è disponibile al dialogo

Il freddo e il brusco calo della temperatura non hanno fermato il presidio di sindacati e lavoratori Avm stamattina, martedì 6 aprile, in campo San Maurizio, vicino alla Prefettura, dove in 300 circa si sono dati appuntamento per far arrivare la richiesta di ritiro delle nuove disposizioni di servizio che sono entrate in vigore con il primo aprile ma verranno applicate ai lavoratori della navigazione e dell'automobilistico da oggi mercoledì 7. Più di qualche lavoratore ha definito le nuove disposizioni di servizio «concretamente inapplicabili», spiegando che con le tempistiche più ristrette sarà difficile far quadrare gli orari, assicurando comunque che: «sarà fatto il possibile per garantire sicurezza e prestazioni». L'azienda la settimana scorsa ha adeguato i servizi alla fascia arancione, con la ripresa delle scuole e delle superiori al 50%.

Avm in una nota la scorsa settimana ha detto di essere disponibile a incontrare i sindacati in ogni momento e l'ha ribadito, e di considerare provvisoria la normativa unilaterale, in vista della possibilità di trovare un diverso accordo. Non è iniziata la discussione sulla piattaforma delle organizzazioni Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil, Faisa Cisal, Ugl Aft, Usb, cioè la controproposta sindacale preparata per superare la vertenza del 26 gennaio scorso, (aperta con l'annuncio della disdetta unilaterale degli accordi di secondo livello). Al momento di certo c'è la convocazione degli assessori regionali: ai Trasporti, la vicepresidente Elisa De Berti, e al Lavoro, Elena Donazzan, per il 9 aprile.

Una delegazione di 6 rappresentanti è quindi salita in prefettura, verso le 11, per un incontro di 3 ore, al termine del quale la prefettura avrebbe comunicato ai sindacati che l'azienda non ritirerà le disposizioni unilaterali. Il prefetto Vittorio Zappalorto ha sottoscritto un verbale, inviandolo alle sigle, all'azienda Avm e all'assessore comunale alle Partecipate Michele Zuin, registrando che i sindacati hanno chiesto di: «aprire un tavolo di confronto, indicando una calendarizzazione degli incontri (come Avm attendeva la settimana scorsa), a condizione che vengano sospese le disposizioni di servizio unilaterali del 30 marzo». Nella loro lettera i sindacati hanno poi scritto che: «l'incontro plenario ha carattere di emergenza e ha per oggetto la proposta unitaria sindacale inviata il 23 marzo». La data per iniziare è quella di domani, mercoledì 7 aprile, «per procedere l'8, il 9 e nei giorni seguenti per i tavoli necessari». Nessuna novità sul fronte della commissione di garanzia, organo che le organizzazioni sindacali hanno chiamato in causa affinché valuti se è stata rispettata dall'azienda la legge che regola lo sciopero e gli atti unilaterali nei servizi essenziali. 

Il gruppo consiliare Fratelli d'Italia del Comune ha annunciato oggi un presidio per venerdi 9 aprile, alle 11.30, che sarà davanti alla sede Avm del Tronchetto per chiedere al governo di sostenere «la specificità del trasporto pubblico veneziano con interventi urgenti e congrui». Ci saranno il capogruppo regionale di FdI Raffaele Speranzon, la consigliera comunale Maika Canton, i consiglieri di Municipalità di Venezia, e una delegazione del coordinamento di Fdi Chioggia. «L’azienda deve procedere al ritiro della disdetta unilaterale dell’integrativo - ha scritto il consigliere comunale del gruppo Verde e Progressista Gianfranco Bettin - e, se non lo fa, deve essere l’amministrazione comunale a imporlo perché è paradossale chiudere il bilancio in attivo, come ha dichiarato l’assessore Michele Zuin, e lasciare le aziende in situazione di criticità economica».

Sul rendiconto 2020 del Comune di Venezia, confrontato con le annualità passate, ha scritto il consigliere di Municipalità Tommaso Bortoluzzi, «come si evince della relazione sono 300 i milioni di trasferimenti dallo Stato e dalla Regione, circa 155 milioni in più rispetto all'anno precedente, che ci hanno permesso di passare indenni il 2020. L'augurio è che ne arrivino altrettanti nel 2021, ma le risorse sono ormai allo stremo».
 

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