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Cronaca

Sindacati sul piede di guerra a difesa del lavoro stagionale

Per tutta la stagione i sindacati Filcams e Cgil saranno presenti tutte le settimane in tutte le sedi del litorale, da Chioggia a San Michele al Tagliamento.

Due decreti attuativi del Jobs Act stanno mettendo in allerta i sindacati. Filcams e Cgil Metropolitana di Venezia saranno infatti presenti tutte le settimane in tutte le sedi del litorale, da Chioggia a San Michele al Tagliamento per seguire le posizioni di lavoro.

La campagna messa in atto si chiama “TURISMO: non vi lasciamo soli”, ed è dedicata ai problemi dei lavoratori stagionali. Secondo i sindacati infatti, i decreti sul Contratto a tutele crescenti e NASpI penalizzerebbero in maniera drastica tutti i lavoratori stagionali del litorale della provincia di Venezia.

I lavoratori stagionali del turismo che godevano dell'ASpI o della precedente disoccupazione ordinaria infatti non avranno più completa copertura economica dei periodi non lavorati nell'anno. Un contratto stagionale di 6 mesi ogni anno permetteva il riconoscimento dell'ASpI che quindi copriva i successivi 6 mesi fino alla stagione estiva successiva. Per i dipendenti stagionali che godevano dell'ASpI e naturalmente premesso che non trovino altri lavori durante il periodo invernale, per avere una copertura economica per tutto l'anno, sarebbe necessario avere un contratto a tempo determinato di 8 mesi per poi ottenere 4 mesi di ammortizzatore.

Nella stagione estiva, e qui l'attenzione sui lavoratori stagionali, le possibilità di avere rapporti di lavoro stagionali di 8 mesi sono praticamente inesistenti. I sindacati quindi credono "iniqua ed ingiusta questa norma, ampia dimostrazione di come la politica non tenga in considerazione il turismo come motore economico e occupazionale nel Paese. Solo nella provincia di Venezia gli stagionali sono decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori - continua la CGIL -. Si tratta di un sistema fragilissimo con maestranze che non hanno mai avuto l'articolo 18, le tutele minime, ma precari per definizione, costretti a ritmi lavorativi estivi spaventosi, norme non rispettate, e a volte anche lavoro sommerso diffuso. Lavoratrici e lavoratori che non possono quasi mai far valere i loro diritti, altrimenti non verrebbero più richiamati la stagione successiva".

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