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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Il fardello del prossimo sindaco: 55milioni da recuperare da subito

Lunedì la giunta commissariale ha presentato la situazione di bilancio del Comune di Venezia: "Situazione pesante. Serve l'aiuto del Governo"

Obiettivo 55 milioni di euro. A tanto ammonta la montagna da scalare che il nuovo sindaco della città (di qualunque colore politico sarà) si troverà davanti per mettere a punto il bilancio 2015. Lunedì mattina, infatti, con tanto di slides, il commissario Vittorio Zappalorto e i sub-commissari della sua mini Giunta al teatro Toniolo di Mestre hanno tenuto l'atteso incontro attraverso cui spiegare la situazione in cui versano le casse di Ca' Farsetti. Una situazione grave, difficile, su cui il primo cittadino che verrà eletto dovrà lavorare fin da subito: "Noi vogliamo fornire un contributo proprio per aiutare chi arriverà dopo di noi - ha spiegato il sub-commissario al Bilancio, Vito Tatò - perché decisioni andranno prese subito. A ottobre sarà troppo tardi".

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Cinquantacinque milioni di euro non sono certo bruscolini, e sono il risultato di maggiori uscite e minori entrate rispetto a quanto era stato preventivato per il 2015, sulla base di quanto dichiarato dai vari dirigenti di settore del Comune: "Sono tutte cifre non definitive - ha dichiarato Tatò - Il problema fondamentale è l'equilibrio di bilancio che la nostra gestione sta cercando di affrontare". Le sanzioni per lo sforamento del Patto di Stabilità ci saranno, e praticamente azzereranno i trasferimenti statali.

Dunque Venezia per il 2015 dovrà riuscire a camminare sulle proprie gambe: da Roma dovrebbero arrivare 17milioni 700mila euro in meno per effetto della riduzione del Fondo di Solidarietà, cui si aggiunge anche la sanzione per lo sforamento del Patto (una scure di 18.631.365 euro). Dopodiché c'è da registrare che, rispetto alle previsioni, le entrate derivanti dall'Imu potrebbero risultare inferiori di due milioni di euro, così come quelle dell'addizionale Irpef (meno un milione) e dall'imposta di soggiorno (meno un milione). Altro tasto dolente è il Casinò, i cui trasferimenti per il Comune dovrebbero essere inferiori di un milione e mezzo (i dati di questo inizio 2015 non sarebbero incoraggianti, secondo i commissari).

Bilancio del Comune di Venezia: i dati

La somma algebrica, dunque, porta a 35.959.002,05 euro di minori entrate, cui si devono sommare anche le possibili minori uscite: per il Casinò 2.762.500 euro, per il fondo crediti di dubbia esigibilità 3.735.00 euro, per le rate dei mutui 3 milioni di euro in più e per "altre maggiori spese per i servizi" 9.495.269,72 euro. Un fardello dunque di 19.862.769, che sommato al precedente di 35.959.002,05 euro, arriva a un poco rassicurante scostamento totale di 55.821.771,77 euro.

"Quando siamo arrivati c'erano da recuperare 80 milioni di euro di spesa in conto capitale, ora è inferiore - ha continuato Tatò - questi 55 milioni di euro sono un'entità importante. Abbiamo chiesto al Governo una norma a tempo che ci permettesse di avere maggiore libertà di manovra sull'utilizzo delle entrate". "Speriamo risponda il prima possibile", ha sottolineato il commissario Zappalorto.

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Qual è dunque il piano della gestione commissariale? Ottenere un aiuto dal Governo "a tempo" per avere la possibilità di stanziare le risorse il cui utilizzo sarebbe vincolato in maniera più libera: "Non possiamo certo chiudere la città", ha commentato Tatò. Dunque la richiesta è che gli introiti derivanti dall'imposta di soggiorno, dalle multe e dagli oneri di urbanizzazione possano essere stornati per altri capitoli di spesa diversi, per esempio, dalla manutenzione stradale o del verde. "In questo modo avremmo la possibilità di effettuare certe spese e non altre", ha precisato Tatò. Nel mirino finisce, oltre alla tanto dibattuta legge speciale, le cui conseguenze negative dovrebbero comunque annullarsi nei prossimi anni non appena gli 80 milioni di euro che il Comune ha in cassa verranno spesi per la manutenzione della città, anche l'adeguamento del fondo crediti di dubbia esigibilità: un fondo che dovrà essere rimpinguato di 51.606.335,09 euro, soprattutto per coprire il rischio di non vedere i trasferimenti del Casinò (40.140.853 euro), crediti considerati prima "sicuri" perché si pensava che la Casa da gioco sarebbe stata venduta. "Una situazione che porterà a un pesante disavanzo nel 2015", ha sottolineato Tatò, che ha snocciolato anche le cifre riguardanti anche il fondo "Analisi Cause", che non pesa direttamente sul bilancio. Si basa sullo studio di tutte le cause a rischio per Ca' Farsetti (quelle "preoccupanti" pesano per circa sessanta milioni di euro (tra cui quella con l'amministrazione di Cavallino-Treporti da 35 milioni di euro). Come se ne esce? Anche sulle partecipate i margini di manovra (a fronte di una spesa di circa 200milioni di euro) appaiono piuttosto risicati: "Perché se tagli poi ci sono anche dei lavoratori che possono andare in difficoltà e ci sono dei servizi precisi erogati", ha continuato il sub-commissario Tatò. Come se ne esce? "Abbiamo chiesto al Governo una norma triennale - ha sottolineato Zappalorto - speriamo in una risposta il prima possibile. Ci serve per recuperare una pericolosa situazione di squilibrio".

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