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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Sospensione approdi e riorganizzazioni corse Actv per le elezioni, le proteste

Una lettera a Prefetto e ministero dell'Interno della consigliera comunale Cecilia Tonon (Venezia è tua). «Così si creano difficoltà ai cittadini più fragili che si servono dei mezzi pubblici per andare a votare»

Una lettera al prefetto Vittorio Zappalorto e una segnalazione al sottosegretario del ministero dell'Interno per denunciare la sospensione di approdi del trasporto pubblico locale (ad esempio Riva di Biasio, san Silvestro, Salute) e la riduzione delle corse in occasione delle elezioni, nei giorni 24, 25 e 26 settembre. A mobilitarsi è la consigliera comunale Cecilia Tonon (Venezia è tua). «Non serve sottolineare che Venezia non è una città come le altre - scrive - in mancanza di mezzi pubblici o approdi, non esiste un'alternativa privata validamente utilizzabile, perché i taxi acquei sono molto costosi e presentano inoltre, rispetto ai vaporetti, un imbarco più complicato per le persone con ridotta capacità motoria».

Per questo Tonon si scaglia contro questa riorganizzazione del trasporto pubblico, che di fatto lo riduce a causa dell'assenza del personale Actv che è impegnato nei seggi elettorali, come si verifica puntualmente in occasione di qualsiasi consultazione. Il problema, sottolinea Tonon, è che rimodulando le corse si vanno a creare difficoltà di mobilità anche a quei cittadini che, nella città d'acqua in particolare, si servono dei mezzi pubblici di navigazione anche per andare a votare. «Non solo gli anziani che, ricordiamo, rappresentano la maggioranza degli abitanti del centro storico - continua la consigliera - ma per quanti hanno difficoltà motorie. Ci troviamo di fronte ad una decisione gravissima e inaccettabile, contro cui auspico un rapido intervento (del prefetto e delle istituzioni), in modo che possa essere salvaguardato il diritto dei cittadini a recarsi alle urne in modo agevole.

Ricordo, a maggior sostegno di quanto espongo, che in passato sono state varate a livello nazionale norme con indicazione di franchigie per elezioni politiche, proprio per evitare il verificarsi di casi come l'attuale a causa di assenza di lavoratori per sciopero: segno che l'effettività del diritto di voto ed il suo agevole esercizio devono essere garantiti sopra ogni altro diritto costituzionale. Di certo non possono essere invocati motivi di organizzazione aziendale a giustificazione di una riduzione del servizio di trasporto pubblico locale tale da mettere a serio rischio l'effettività del diritto di voto dei cittadini, a maggior ragione dove non esiste l'alternativa del trasporto privato». Intanto code e attese, e relative proteste, sembrano inevitabili domenica.

«La richiesta di dimissioni dei vertici di Actv, a questo punto, è sostanzialmente obbligata - scrive il consigliere comunale Giovanni Andrea Martini (Tutta la città insieme!") - Non è possibile infatti trovarsi così impreparati, come in questi giorni di elezioni, quando questa situazione si poteva tranquillamente prevedere. I disagi alla cittadinanza sono pesantissimi e oltretutto si limita in alcuni casi, o addirittura si impedisce, la possibilità di votare per alcune persone, specie le persone fragili e le persone anziane che con una linea di vaporetto potevano recarsi al seggio. Se aggiungiamo quanto accaduto con quanto si vuol approvare con il contributo d'accesso, la risposta unica che la città può dare è quella di una grande manifestazione che renda evidente come l'amministrazione stia concretamente creando una situazione di invivibilità».

Sulla vicenda anche il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Giuseppe Saccà. «Come dice anche il Prefetto il problema si ripresenta ad ogni elezione e spetta all’amministrazione farsi trovare preparata. I lavoratori non fanno altro che esercitare un loro diritto previsto dalla legge e contribuiscono al funzionamento della macchina elettorale. Adesso si punta il dito sui lavoratori ma ci dimentichiamo che sono stati sempre in prima linea durante la pandemia, e quotidianamente devono affrontare condizioni lavorative difficili ed è bene ricordare che, con un atto unilaterale dell’azienda, è stato eliminato quanto previsto dalla contrattazione di secondo livello».

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