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Cronaca

In Veneto sospensione degli interventi che prevedono il ricovero in terapia intensiva

La decisione verrà presa dove necessario per recuperare temporaneamente personale da destinare a vaccinazioni, tamponi e tracciamenti Covid

Il Veneto sospenderà, dove necessario, tutte le attività chirurgiche che prevedono un successivo ricovero in terapia intensiva. A renderlo noto è stato Luciano Flor, direttore generale della sanità della Regione Veneto.

L'iniziativa riguarda tutti gli ospedali della regione. La decisione, presa per recuperare temporaneamente personale da destinare a vaccinazioni, tamponi e tracciamenti Covid, prevede l'interruzione di tutte le attività giornaliere e settimanali di intervento medico. 

«A seguito del progressivo incremento del numero di casi delle infezioni da Coronavirus, sia di contagi che di ricoveri, si dispone la sospensione delle attività di chirurgia programmata per le quali è previsto il ricovero in terapia intensiva post operatoria e la riduzione dell'attività programmata in ambito internistico», si legge in una circolare firmata dal direttore Flor. «Si dispone anche la sospensione dell'attività di specialistica ambulatoriale delle strutture ospedaliere pubbliche e private accreditate, ad eccezione delle prestazioni con priorità U e B, garantendo, sia come prime visite specialistiche che di controllo, l'attività in ambito materno-infantile, oncologico, malattie rare e le attività ritenute non rinviabili in considerazione del quadro clinico dei pazienti - continua la circolare -. Sarà cura di ogni struttura avvertire gli utenti programmati con altre priorità per riprogrammare l'appuntamento al termine dello stato di emergenza».

Per quanto riguarda l'attività in regime di libera professione, sono consentite le prestazioni che non richiedono degenza postoperatoria in terapia intensiva o nelle U.O. chirurgiche coinvolte nella riorganizzazione messa in atto per fronteggiare l'emergenza epidemica e nella cui esecuzione è coinvolto esclusivamente personale che non può essere impiegato per il potenziamento delle attività assistenziali in ambito intensivo, sub-intensivo ed ordinario. Si conferma anche la possibilità di effettuare prestazioni in regime di libera professione sia di specialistica ambulatoriale, se tale attività non impatta nella riorganizzazione messa in atto per fronteggiare l'emergenza epidemica, sia come utilizzo degli spazi che impiego del personale.

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