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Cronaca Jesolo

L'Ulss 4 sospende le attività programmate negli ospedali, eccetto le emergenze

La decisione dell'azienda riguarda le strutture del Veneto orientale. Filippi: «Decisione doverosa per consentire lo svolgimento dell’enorme attività legata alla pandemia»

Il Veneto orientale soffre sul fronte dei ricoveri e dei posti letto: il bollettino di oggi segna la presenza di 86 pazienti al Covid hospital di Jesolo, di cui 12 in terapia intensiva. Così l'Ulss 4, in base alle direttive regionali, ha sospeso le attività ospedaliere programmate non urgenti. Sono «decisioni pianificate e doverose per consentire lo svolgimento dell’enorme attività legata alla pandemia», spiega il direttore generale Mauro Filippi.

Nei giorni scorsi la Regione aveva annunciato questa eventualità: i covid hospital veneti sono quasi saturi e di conseguenza si sta verificando una graduale restrizione delle attività sanitarie e ospedaliere. I numeri complessivi sono di nuovo simili a quelli di un anno fa, anche se la situazione è diversa perché oggi i pazienti in condizioni gravi (cioè in terapia intensiva) sono, in percentuale, di meno.

Attività ambulatoriale

Da lunedì 29 marzo sono sospese le visite specialistiche sia nei tre ospedali aziendali (San Donà di Piave, Portogruaro e Jesolo) e sia nelle strutture private accreditate, ad eccezione delle prestazioni mediche urgenti (categoria U) e a 10 giorni (categoria B). Vengono invece garantite, sia come prime visite specialistiche che di controllo, le attività dell'area materno-infantile, oncologico e per le malattie rare.

Attività chirurgica e ricoveri

È sospesa l'attività chirurgica programmata per la quale è previsto il ricovero in terapia intensiva post operatoria e ridotta l'attività programmata non urgente ad eccezione dell'attività non rinviabile, in considerazione del quadro clinico e per la quale la prognosi e le gravi conseguenze cliniche sono fortemente influenzate dalle tempistiche di diagnosi ed intervento, in particolare nell'ambito della chirurgia oncologica, tenendo conto della storia naturale della malattia e dei protocolli integrati con chemio e radioterapia adiuvante. Le urgenze sono sempre garantite.

L'impegno del personale

Il dg Filippi ha aggiunto: «Se in passato la sanità pubblica era impegnata sul fronte tamponi e sul tracciamento dei contatti ora è un altro fronte a richiedere un notevole sforzo organizzativo e di personale, quello delle vaccinazioni. Nel Veneto orientale sono 190 mila le persone da vaccinare. Un impegno enorme per il personale, che è sempre disponibile, anche oltre l'orario di lavoro, e che ringrazio per l'impegno e il sacrificio con cui sta gestendo la pandemia. Alla cittadinanza chiedo comprensione e collaborazione».

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