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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Siamo sulle vostre strade", preso l'autore della foto Isis veneziana

Due filo-jihadisti in manette al termine delle indagini di polizia a Brescia. Immortalarono luoghi simbolo di Milano e Roma e un cartello in A4

Uno dei due si era immortalato con un foglietto di carta in autostrada sotto il cartello con scritto "Venezia" a fine aprile. Aveva disegnato il simbolo dello Stato Islamico e aveva pubblicato su twitter la foto con in bella vista il cartello che indica il capoluogo lagunare. Lo scatto all'altezza del casello di Trezzo sull'Adda. Ora il filo-jihadista che assieme a un compare in quei giorni aveva disseminato i social di immagini di luoghi simbolo di Roma e Milano con in primo piano foglietti con scritto frasi come "l'Isis è nelle vostre strade", sono stati arrestati dalla polizia a Brescia. 

L'accusa è di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell'ordine democratico. La possibilità che Venezia si trovasse nel mirino dello Stato Islamico è stata subito scartata, anche se per alcune ore il "frastuono" soprattutto sui social era stato piuttosto elevato, fatto sta che con i loro foglietti i due, un cittadino tunisino di 35 anni e un pachistano di 27, si sono messi in guai seri. Il primo aveva creato l’account twitter «Islamic_State_in_Rom» e, insieme al compare, perlomeno dichiarava di progettare azioni terroristiche. In quei giorni raggiunsero luoghi simbolo di Milano e Roma, come il Colosseo, le fermate della metropolitana, piazza Duomo o la stazione di Milano, e immortalarono foglietti di minacche del tipo "Siamo nelle vostre strade. Siamo ovunque. Stiamo localizzando gli obiettivi, in attesa dell’ora X". Compreso il cartello autostradale di Trezzo e Venezia. 

FIN DA SUBITO VENNERO ESCLUSE MINACCE PER VENEZIA

Fin da subito più che uno jihadista colui che aveva postato la foto "veneziana" appariva un giovane desideroso di visibilità mediatica, che dichiarava anche la volontà di "andare a combattere in Tunisia la prossima estate". Aveva utilizzato prima l'account @frances48940676, poi @Sun234451xx). Proprio attraverso questi account è stato possibile ricostruire il suo possibile tragitto (le foto furono postate il 23 aprile): prima il casello di Dalmine, nel Bresciano, poi un giro tra i luoghi simbolo di Milano, dopodiché lo scatto "veneziano" in corrispondenza del casello di Trezzo sull'Adda.

I due lavoravano come operai in un'azienda della bassa Bresciana: il pakistano di 27 anni era già residente a Manerbio in provincia di Brescia, dove nei mesi scorsi è stato raggiunto dal tunisino 35enne. Pare che non fossero legati ad alcun gruppo ma che si muovessero da soli. Tra gli obiettivi che avevano identificato c'era anche la stazione ferroviaria di Brescia, anche se le loro mire erano rivolte soprattutto tra Roma e Milano: immortalavano anche mezzi della polizia e della polizia locale, fermate della metropolitana, tratti autostradali e bandiere dell'Expo. Il procuratore ha chiarito però che non c'è mai stato «un pericolo concreto con il passaggio dalle parole all'azione». La loro intenzione era di addestrarsi militarmente in territorio siriano, ma nel frattempo seguivano una sorta di programma fai-da-te con un manuale intitolato "How to survive in the west: i temi trattati erano ad esempio "Come nascondere l'identità da estremista, Rotture delle alleanze, Guadagnare soldi, Internet privacy, Allenamento, Armi primitive, Armi moderne, Bombe fatte in casa, Trasportare armi, Cosa succede se sei spiato e hai irruzione, Il Jihad inizia, Scappare per salvarsi".

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