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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Chioggia

Spaccio internazionale di droga, le manette scattano pure a Chioggia

Una fitta rete di pusher e corrieri che coinvolgeva diverse città italiane, da Torino a Palermo, e che arrivava ad estendersi fino all'Austria

Da Chioggia a Palermo, facevano arrivare grossi quantitativi di droga attraverso una rete di spaccio che si estendeva fino all'Austria. Giovedì mattina, i carabinieri di Sassuolo hanno arrestato otto persone, di cui sei stranieri, ritenute responsabili di reati in materia di stupefacenti. L’operazione, denominata “Black Roads”, conclude un'indagine condotta tra il gennaio e il giugno 2013 che ha consentito di individuare un sodalizio criminale capace di rifornirsi di ingenti quantitativi di hashish e cocaina, successivamente immessa sul mercato italiano e su quello austriaco, dove operava una rete collegata al gruppo “nostrano”. Durante l'attività investigativa, i carabinieri di Sassuolo avevano già arrestato altre sei persone e sequestrato oltre 38 chili di hashish, oltre ad aver documentato numerosi episodi di spaccio. Oltre a Sassuolo, gli arresti sono stati eseguiti a Modena, Bologna, Palermo e, come già accennato, Chioggia.

DA NORD A SUD - La droga veniva smistata da Torino e, con la mediazione di un gruppo di spacciatori stanziati a Sassuolo, veniva trasportata in Austria dove veniva venduta a un'organizzazione criminale di Innsbruck. Era questo, in estrema sintesi, il modus operandi adottato dall'organizzazione criminale smantellata dai carabinieri. Proprio nella città del Modenese ha preso scorta l'indagine, grazie all'individuazione di una coppia di spacciatori al minuto, un uomo di 46 anni e una donna di 43, compagni di vita, incaricati del trasferimento della droga. Una volta tratti in arresto, per i carabinieri non solo è stato possibile risalire alla filiera dell'organizzazione, ma anche mettere a segno diversi sequestri tutti sull'asse dell'Autobrennero o, nelle immediate vicinanze, al casello di Modena Nord, Campogalliano e Verona con 38 di hashish sequestrati. L'organizzazione era retta da cittadini di origine marocchina di età tra i 29 e i 54 anni: oltre al capobanda, deteneva un ruolo di vertice la sua compagna che, in caso di assenza del partner, assumeva il comando dell'organizzazione.

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