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Cronaca Jesolo / Piazza Trento

Ingoiano la cocaina per evitare l'arresto, operati d'urgenza

Per giorni i militari e i medici hanno aspettato che gli involucri della droga venissero espulsi dall'organismo, ma si è reso necessaria un'operazione

Un cittadino del Burkina Faso di 36 anni, residente a San Donà di Piave, e un senegalese di 45 anni, residente a Paderno del Grappa (in provincia di Treviso), sono stati arrestati, nella serata di lunedì, dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di San Donà, per il reato di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. L'arresto è però stato decisamente peculiare, e ha visto le indagini partire dal litorale di Jesolo per poi condurre militari e malviventi fino all'ospedale.

SUL LITORALE - Il tutto è iniziato la serata del 4 giugno, quando i militari di San Donà stavano svolgendo, a Jesolo, un servizio finalizzato alla repressione del traffico illecito di sostanze stupefacenti, assieme ai colleghi del nucleo investigativo di Venezia. Durante il controllo sono stati visti giungere, a bordo di una Nissan Almera, i due cittadini di colore, di cui uno già noto alla forze dell’ordine e già arrestato in precedenza per possesso di droga. Parcheggiata la vettura in piazza Trento, uno dei due è sceso incamminandosi verso via Bafile, ma gli operanti, convinti che stesse recandosi ad un appuntamento per la consegna di alcune dosi di sostanza stupefacente, hanno deciso di procedere ad un controllo.

NELLA PANCIA - Mentre stava per essere raggiunto, il nord africano, intuito che le persone che si stavano avvicinando a lui potessero essere membri delle forze dell'ordine, ha immediatamente prelevato un involucro dalla tasca e lo ha ingoiato. Lo stesso comportamento è stato quindi ripetuto dall’altro individuo, rimasto a bordo della vettura. I militari hanno subito intuito che si poteva trattare di un tentativo disperato di nascondere della merce “scottante” e hanno quindi accompagnato i due stranieri al pronto soccorso dell’ospedale civile di San Donà di Piave, anche a tutela della loro salute considerato che, in caso di rottura degli involucri ingeriti avrebbero corso un serio pericolo di vita. L’esame radiografico, a cui sono stati sottoposti entrambi gli stranieri, ha evidenziato la presenza, per ognuno di loro, di un involucro di forma ovulare di circa 4,5 cm di lunghezza. Gli stessi spacciatori, informati dai sanitari dei reali pericoli a cui sarebbero andati incontro nel caso di mancata evacuazione dell’involucro, hanno deciso di collaborare.

L'OPERAZIONE – Per quattro giorni i medici hanno aspettato che l'evacuazione avvenisse in modo spontaneo ma, lunedì sera, dopo un ulteriore esame, i sanitari dell'ospedale hanno deciso che il rischio di rottura dell'involucro era ormai troppo grande e hanno quindi deciso di procedere con un un intervento chirurgico d'urgenza. Una volta estratti, i due ovuli hanno rivelato il loro contenuto che, da un esame al narcotest, è risultato essere cocaina per un peso complessivo di 20 grammi. Alla luce di quanto emerso i carabinieri, assieme al pubblico ministero che ha coordinato dall’inizio tutta la situazione che si è venuta a creare, hanno proceduto all’arresto dei due nord africani che sono rimasti in ospedale per il decorso post operatorio.

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