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Cronaca San Donà di Piave

Enorme traffico di eroina: raffica di arresti, la base un casolare con sorveglianza armata

Sono 9 gli albanesi in carcere dopo l'indagine della Dda di Venezia. Perquisizioni in varie regioni. Sequestrati 80 chili di stupefacente. Il "boss" stava a San Donà, vicino alla base

Nove trafficanti di droga in carcere e 12 ordinanze cautelari totali nei confronti di una presunta associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Con l'aggravante che le loro attività superavano anche i confini nazionali. I numeri dell'operazione scattata nelle prime ore di martedì indicano la portata dell'indagine condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Venezia: 80 i finanzieri dei comandi provinciali della guardia di finanza di Pisa e Venezia coinvolti, perquisizioni, arresti e sopralluoghi.

Base nel Sandonatese

La base logistica era situata nella campagna tra San Donà e Noventa: lì si trovava un'officina in cui mettevano a punto le auto con i doppifondi per superare i controlli alla frontiera e, soprattutto, i laboratori con cui tagliavano la droga prima di immetterla sul mercato. A capo dell'organizzazione un 40enne albanese che viveva sempre nel Sandonatese, in grado di gestire assieme ad alcuni suoi fidati "collaboratori" un giro vorticoso d'affari che ha portato la Finanza a requisire in due anni di indagini oltre 80 chili di eroina pura. Inebitabile ipotizzare che qualche partita di eroina potrebbe aver raggiunto anche Mestre, dove una decina di persone hanno perso la vita negli ultimi mesi per overdose. Non ci sarebbero però elementi in grado di indicare che da quello stupefacente sia scaturita la cosiddetta "eroina gialla", possibile responsabile di numerosi lutti. Anche se, non di recente però, durante le conversazioni telefoniche intercettate dai finanzieri alcuni acquirenti (non certo spaccini di strada) si lamentavano di una partita di eroina di "pessima qualità", cercando di contrattare sul prezzo.

I ripetuti sequestri di eroina

Enorme traffico di droga

Nel mirino dell'indagine è finito un vasto traffico di droga che avrebbe coinvolto i territori dell'Albania, della Macedonia e di alcune province del Nord Italia. Oltre ai 9 arrestati, sono stati notificati a 2 albanesi e 1 italiano rispettivamente 1 divieto di dimora e 2 obblighi di residenza. Sono state eseguite anche 10 perquisizioni domiciliari nelle province di Venezia, Milano, Bolzano e Monza-Brianza. I componenti stranieri dell’associazione, provenienti dalla città albanese di Elbasan, secondo l'accusa smerciavano ingenti quantitativi di eroina in Italia, finanziati con lo smercio di quantità più piccole di cocaina. Un sequestro è scattato anche nel territorio di Lecce, a dimostrazione di quanto fossero ramificati i loro affari.

Inchiesta in 3 Paesi 

Per portare a termine l'inchiesta è stato necessario affidarsi al coordinamento informativo e operativo tra organismi investigativi e giudiziari italiani, albanesi e macedoni. Grazie al supporto della Direzione centrale dei servizi antidroga, sono stati organizzate riunioni "sul campo" a Tirana e a Ohrid, che hanno permesso di allargare gli orizzonti dell'inchiesta. 

80 chili di stupefacente sequestrati 

"L’organizzazione aveva creato una rete di distribuzione in Toscana, Lombardia, Liguria, Puglia, Emilia-Romagna e Trentino Alto Adige - si legge in un comunicato ufficiale della guardia di finanza - e aveva scelto un casale nella campagna veneta, sottoposto a costante vigilanza armata dai membri dell’organizzazione, come base operativa per la miscelazione, il confezionamento e la preparazione allo spaccio dello stupefacente". La droga giungeva dall’estero a bordo di auto con ingegnosi doppifondi e corredate da sistemi di radiolocalizzazione, in grado di monitorare minuto per minuto l'itinerario seguito dai veicoli, i cui conducenti erano insospettabili in precarie condizioni economiche. In 5 casi (a Verona, Forlì, San Donà di Piave, Lecce, Como) le indagini hanno permesso di intercettare le spedizioni, arrestando 11 corrieri in flagranza di reato. Al termine dell'indagine sono stati sequestrati oltre 80 chili di droga: le indagini contemporaneamente sviluppate in Macedonia, coordinate dal sostituto procuratore di Skopje ed eseguite dalla polizia antidroga macedone, hanno consentito di requisire quantità ingenti di stupefacente e di arrestare i responsabili dei singoli trasporti.

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