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Cronaca Santa Maria di Sala / Via Tabina

Tutti con la Speedline a Santa Maria di Sala, migliaia al corteo e a villa Farsetti

Sindacati, istituzioni, sindaci dei Comuni della Città metropolitana, l'assessore Donazzan, il primo cittadino metropolitano Brugnaro e il patriarca Francesco Moraglia a sostegno della vertenza dello stabilimento di Tabina

Due minuti di silenzio per ricordare la scia dei morti sul lavoro degli ultimi giorni. Tre operai a Torino, un tornitore a Resana, nel Trevigiano, e il carpentiere veneziano Daniele Zacchetti di Camponogara deceduto mentre lavorava al porto di Trieste. Poi a villa Farsetti a Santa Maria di Sala stamattina è andata in scena la solidarietà del territorio a favore della Speedline, l'azienda di automotive la cui proprietaria Ronal ha annunciato la chiusura a fine 2022. I lavoratori partiti in corteo dallo stabilimento di Tabina verso le 10 hanno percorso i quasi 3 chilometri che separano la fabbrica da villa Farsetti, inneggiando cori contro la delocalizzazione e a difesa di una ditta che dà lavoro a più di 600 lavoratori di tre province, Venezia, Padova e Treviso. Sindacati e istituzioni hanno ribadito il rifiuto alla chiusura di questa azienda strategica; il patriarca Francesco Moraglia a fianco dei lavoratori.

«Un'azienda sana, un'eccellenza salese e veneta che senza nessun preavviso la proprietà ha deciso di spostare all'estero. Ci era stata fatta richesta di ampliare l'azienda per rafforzare la verniciatura e poi veniamo a scoprire come un fulmine a ciel sereno che la Ronal vuole fermare tutto. Uno spiraglio è arrivato dal tavolo del ministero venerdì, ma ora occorre restare uniti perché quello che sta succedendo qui domani potrebbe succedere nelle vostra città», esordisce il sindaco di Santa Maria di Sala, Nicola Fragomeni. Sul palco, fra i primi cittadini dei 44 Comuni della Città metropolitana, non mancava nessuno. A Santa Maria di Sala anche il sindaco metropolitano Luigi Brugnaro, l'assessore al Lavoro regionale Elena Donazzan, il vicesindaco Andrea Tomaello, il presidente di Confindustria Vincenzo Marinese, il prefetto Vittorio Zappalorto, il patriarca Francesco Moraglia, parlamentari veneziani e rappresentanti istituzionali del territorio e i sindacati locali e nazionali della Fim Cisl e della Fiom Cgil, accompagnati in corteo dai colleghi di altre categorie. 

«Dobbiamo pensare alle imprese e ai lavoratori anche sul piano nazionale, sono convinto che la partita si giocherà lì, con un'azione forte del governo. Ma non sarà una vertenza facile, questo è un dramma, una macelleria sociale. Dobbiamo restare uniti e andare avanti senza polemiche», commenta il sindaco Brugnaro. «Ho risposto subito e volentieri alla richiesta di sostegno dei sindacati - ha detto il patriarca - Nutro fiducia anche perché, sul sito di Ronal Group, si leggono come premessa alla filosofia della azienda queste parole: ”Una cultura d’impresa motivante, che oltre all’impegno nel lavoro si focalizzi anche sulla coesione e la soddisfazione dei collaboratori, è ciò che contribuisce al nostro successo”. Tutto questo autorizza a sperare».

«Ringraziamo il ministro Giancarlo Giorgetti, l'abbimo coinvolto e sensibilizzato e speriamo che grazie anche al suo intervento si possa risolvere questa vertenza. Deve essere una battaglia veneta, noi continueremo anche con l'intervento del presidente Zaia a tenere alta l'attenzione su questo territorio e a portare le istanze locali sui tavoli nazionali», afferma il vicesindaco Andrea Tomaello. «Il vostro lavoro è anche il nostro lavoro - ha sostenuto Donazzan - Senza imprese non c'è occupazione e questo sindacato responsabile ci aiuta a trasformare una situazione di conflitto in proposte per il rilancio. Non si arriva ai tavoli con una proposta di chiusura. L'ho respinta», dice Donazzan.

«Il tavolo al Mise ha aperto uno spiraglio, ma non è ancora sufficiente, è necessario alimentare il dialogo e il confronto con un unico obiettivo: fermare la delocalizzazione selvaggia. La fabbrica deve restare a Santa Maria di Sala. Di grande importanza è il segnale in arrivo dalla legge di bilancio con l’emendamento anti-delocalizzazione, che fissa regole e sanzioni contro chi intende chiudere le aziende per portarle all’estero», ha ribadito Pellicani.  «Grazie al sostegno delle istituzioni, dei vescovi, del patriarca e delle categorie. Grazie alle Rsu e ai colleghi della Cisl per il lavoro al nostro fianco. La notizia della chiusura ci ha destabilizzato ma ci ha aiutato a ritrovare il senso di essere comunità», ha sottolineato Matteo Masiero della Fim Cisl Venezia. «Questa è un'azienda sana, un'azienda produttiva non può essere spostata dove il lavoro costa meno e non ha diritti. Siamo solo all'inizio, quello di venerdì a Mise è stato uno spiraglio ma sappiamo che la lotta è all'inizio e sarà dura», ha detto Manuela Musolla della Fiom Cgil Venezia.

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