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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Mestre Centro

"Sei sposata? Hai figli?". Si rifiuta di rispondere al colloquio: "Fuori"

Paola Filippini, giovane mestrina, ha raccontato la propria storia su Facebook. Diluvio di messaggi e condivisioni: "Questa è violenza"

Ha contato fino a cento, anzi "fino a diecimila", poi ha deciso che era arrivato il momento di far conoscere a tutti la sua storia. Non perché fosse particolarmente originale, ma perché, al contrario, era l'ennesima volta che a un colloquio di lavoro Paola Filippini, giovane veneziana, veniva discriminata per il suo rifiuto di rispondere a domande riguardanti la vita privata. Insomma, le pari opportunità (visto che i maschietti spesso certe risposte non sono tenuti a darle) sono una battaglia ancora lungi da vincere, almeno a giudicare dal racconto di Paola, che giovedì mattina si presenta a un colloquio in una nota agenzia immobiliare. Aspetta "il dottor M.M.", che si presenta con mezz'ora di ritardo. "Mi fa accomodare alla sua scrivania, ma non si presenta, non mi da la mano, non si scusa del ritardo, mi da del tu - scrive - Prende un foglio prestampato. Questionario informativo, c'è scritto". Dopo le prima domande su nome, residenza, arriva quella sullo stato civile: "In che senso?", racconta di aver risposto la giovane mestrina. "Sei sposata? Convivi? Hai figli?”, avrebbe spiegato M.M.. 

“E' necessario che io risponda a questa domanda?”, avrebbe ribattutto Paola Filippini. Lui: "Sì, è necessario". Lei: “Posso non rispondere?". Domanda che avrebbe stroncato l'appuntamento: “Certo. Allora ti puoi anche accomodare fuori, per me il colloquio finisce qui”, avrebbe risposto il datore di lavoro. "Prende il Questionario Informativo, lo strappa davanti alla mia faccia con fare da vero uomo duro. Si alza, mi apre la porta", scrive sulla propria bacheca Facebook la ragazza. Alla richiesta di spiegazioni di fronte a quel comportamento, la giovane ottiene la certezza che i suoi dubbi erano purtroppo realtà: "Devo sapere se sei sposata e se hai figli, perché questo determina la tua disponibilità lavorativa”, avrebbe spiegato seccato il dottore. "Ritengo che la mia disponibilità lavorativa esuli dalla mia condizione privata. Se vuole sapere quanto e quando posso lavorare, mi può semplicemente chiedere qual è la mia disponibilità oraria”, ha invece sottolineato Paola Filippini, che continua il proprio racconto: "Lei non sa che parlo perfettamente tre lingue straniere, non sa che questo lavoro l'ho fatto per anni, che ho tanta esperienza e capacità - ha dichiarato al datore di lavoro - Lei non me lo ha chiesto. Mi tolga una curiosità, anche ai maschi chiede se hanno figli e se sono sposati quando fa loro un colloquio?”. Lui: “No, ai maschi non lo chiedo. Perché questo è un lavoro che ritengo debbano fare solo le donne”. 

Mentre a poca distanza c'era la foto della figlia del dottore: "Prova a pensare - si rivolge al protagonista della vicenda su Facebook - quando un giorno non molto lontano, la tua figliola andrà a fare un colloquio di lavoro e incontrerà un uomo che le chiederà se è sposata, se ha figli, se convive, e che le sue risposte in merito alla sua situazione famigliare determineranno il suo successo lavorativo. Prova a pensare per un momento come può sentirsi una donna, quando le viene fatta una domanda del genere. E' offensivo, è bruttissimo, è una violenza. Perchè non importa se hai studiato, se hai lavorato tanti anni, se hai fatto gavetta, se hai un bel curriculum. Importa se hai figli. Perché se li hai - conclude - è meglio che tu stia a casa ad allattarli".

Il post su Facebook ha ottenuto oltre tremila "mi piace" e un diluvio di condivisioni. La vicenda è diventata subito virale e in poche ore è diventata "esemplare" di quanto ancora serva lavorare affinché le pari opportunità siano effettive: "Mi hanno inviato addirittura offerte di lavoro - commenta - Sono fiera di aver riportato questa mia storia. Sono ben consapevole che questo accade continuamente e che purtroppo succede anche di molto peggio, come abusi sulle donne sul posto di lavoro e mobbing. La mia parola - conclude - è una goccia nel mare, ma l'ho detta con speranza".
 

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