
Capannone petrolchimico, immagine degli interni
Eni: stato di agitazione a Porto Marghera, verso la mobilitazione
L'assemblea sindacale al capannone del petrolchimico mercoledì sera ha deciso il blocco di straordinari e flessibilità dopo l'annuncio, l'11 marzo scorso, della chiusura del cracking e aromatici tra un anno
L'assemblea sindacale dei dipendenti Eni, mercoledì sera al capannone del Petrolchimico di Marghera, ha deciso di aprire lo stato di agitazione. Blocco degli straordinari e della mobilità. Le parti sociali hanno incontrato varie volte i vertici Eni dopo l'annuncio, l'11 marzo scorso, della fermata del cracking veneziano fra un anno. Le sigle Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil hanno espresso preoccupazione e dissenso.
«Il cracking è un impianto fondamentale della filiera produttiva della chimica di base del quadrilatero padano e una produzione strategica per il Paese. Mettere in discussione la continuità dell’impianto cracking vuol dire abbandonare la produzione chimica del Paese. Gli impianti di cracking e aromatici non vanno chiusi, ma migliorati e innovati. La riconversione energetica non si fa chiudendo gli impianti e mettendo in crisi un intero sistema industriale. Se veramente Eni vuole realizzare nuove filiere produttive a Marghera proceda pure, le aree libere ci sono e già bonificate», scrivono.
Eni ha dettagliato i progetti di transizione energetica sull'area, volti a una sempre maggiore sostenibilita? e circolarita?. La società
Per i sindacati i progetti di Eni sono: «vecchi, già concordati e senza una reale visione di innovazione e valore aggiunto per l’industria veneziana. Inoltre, la solita prassi dei due tempi, prima chiudo e poi se tutto va bene riconverto, è una proposta che nella storia dell’Eni è sempre stata foriera di dismissioni, accordi non rispettati, progetti bloccati. La discussione su Porto Marghera parte dal piano industriale del 2019 che vedeva le produzioni cracking protagoniste di innovazione ed efficientamento con un investimento di 168 milioni di euro. L’assemblea ritiene necessario un coinvolgimento dei chimici a tutti i livelli, territoriale, regionale e nazionale, per aprire una vertenza che porti la discussione sul futuro delle produzioni Versalis di Porto Marghera fino al governo». Le sigle si preparano alla mobilitazione.