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Cronaca

Perse una gamba dopo incidente stradale del 2007, la storia finisce su Ballarò

Lo Studio 3 ha portato la vicenda dell'uomo su RaiTre, denunciando il comportamento dell'assicurazione della controparte, che non avrebbe liquidato regolarmente la vittima

Da quasi dieci anni sta lottando assieme a Studio 3A, che lo assiste, per ottenere risarcimento dall'assicurazione per il grave trauma riportato in seguito a un incidente stradale: la perdita di una gamba. Una vicenda che grida vendetta quella di un 50enne che mercoledì sera è balzata sotto i riflettori della cronaca nazionale, con un servizio su Ballarò. Il noto programma di approfondimento di Rai Tre, tra i vari temi, ha aperto una finestra sul mondo delle assicurazioni e le problematiche per gli italiani: "premi delle polizze più alti d'Europa ma, per contro, ostruzionismo quando si tratta di liquidare un danno, con risarcimenti che arrivano dopo anni e spesso dopo lunghe azioni legali".

L'assistito di Studio 3A, il primo ottobre del 2007, stava percorrendo in moto via della Costituzione, a Spinea, quando un'auto, svoltando a sinistra per entrare in un distributore di benzina, gli avrebbe tagliato la strada. "Ho frenato, ma non ho potuto fare niente e sono rovinato a terra - ha raccontato il malcapitato all'inviato di Ballarò, Stefano Maria Sandrucci, nel corso del sopralluogo sul punto dell'incidente - Ho visto che il piede non mi seguiva più, era staccato: gli operatori del Suem mi hanno stretto la gamba con la cinghia dei pantaloni e mi hanno portato via in ambulanza - ha continuato - L'impatto con l'asfalto è devastante. La vittima dell'incidente sarebbe poi rimasta per due settimane in Rianimazione, in pericolo di vita. Alla fine è sopravvissuto, ma il prezzo da pagare è altissimo: nonostante tutti i tentativi, i medici non sono riesciuti a salvargli l'arto inferiore, procedendo con l'amputazione.

"La dinamica e le responsabilità dell'automobilista nel sinistro sono state da subito chiare, ma la compagnia di assicurazione di controparte ha eretto un muro e non ha mai avanzato alcuna proposta - ha commentato Ermes Trovò, presidente di Studio 3A - Abbiamo quindi dovuto intentare una causa e la ricostruzione tecnica del Tribunale di Venezia nel 2010 ha chiarito tutte le responsabilità confermando la ragione piena al nostro assistito. Ma neanche allora la compagnia assicurativa si è resa disponibile e abbiamo dovuto attendere quasi un altro anno per ricevere la prima somma a titolo di risarcimento: una cosa inaccettabile, sono passati quattro anni dalla data del sinistro".

L'uomo che avrebbe riconosciuto il 60% di invalidità permanente, avrebbe visto il primo assegno dell'assicurazione nel settembre 2011, più leggero del dovuto: il Tribunale di Venezia per la quantificazione del risarcimento, avrebbe applicato tabelle proprie e non quelle del Tribunale di Milano, che pure la Cassazione ha stabilito siano quelle di riferimento. In sostanza il 50enne avrebbe percepito metà di ciò di cui avrebbe avuto diritto: di conseguenza lo studio che lo assiste, ha impugnato la sentenza e a nove anni di distanza la vicenda non è ancora chiusa.

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