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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

L'acqua di Venezia "soffocata" dal turismo, studio choc dall'Inghilterra

L'università di Southampton ha studiato per 15 anni il fenomeno di "isola di calore urbana" in laguna. La temperatura delle acque aumenterebbe 10 volte la norma, con conseguenze ambientali

Venezia in bilico tra turismo e pesca. Tra soldi e ambiente. Una "battaglia" che si combatte da molti anni in cui ora si iscrive anche uno studio dell'università di Southampton durato 15 anni, frutto di una partnership con la città lagunare. I risultati? Non certo positivi. Dagli esperti infatti è stato messo nel mirino il fenomeno chiamato "isola di calore urbana": nelle zone caratterizzate da grande sviluppo industriale, infatti, l'attività umana produce calore sia nell'aria che nell'acqua. Per questo ad esempio la temperatura delle acque del Tamigi e dell'aria di Londra sono regolarmente più elevate rispetto alle altre zone del Regno Unito.

Secondo il rapporto inglese, Venezia ha un'altra variabile da prendere in considerazione: i circa 20 milioni di turisti che la visitano ogni anno. Cifra che inevitabilmente si ripercuote sugli equilibri ambientali lagunari. L’analisi degli andamenti della temperatura dell’acqua di Venezia durante i mesi invernali, ha suggerito un aumento dieci volte superiore a quello previsto a livello globale dall’Ipcc (International Panel for Climate Change): secondo lo studio si tratterebbe di una diretta conseguenza del turismo.

Ciò ha riflessi diretti anche su altri settori importanti per l'economia lagunare. In primis sulla pesca. Maggiore calore, infatti, causerebbe una minore presenza di ossigeno nell'acqua, diminuendo quindi la presenza di pesci e molluschi. L'aumento della temperatura della Laguna, quindi, comporterà problemi sempre maggiori per il comparto ittico e per quello delle infrastrutture costiere. Il suggerimento dello studio, lanciato alle istituzioni, è di correre al riparo al più presto.

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