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Cronaca Scorzè / Via Roma

Stupratore seriale evaso, avrebbe violentato una ragazza a Scorzè

Prima delle manette, scattate nel Padovano, il 28enne tunisino scappato dal carcere di Pordenone avrebbe abusato di una giovane friulana

Ritrovato a Selvazzano a 24 ore dalla fuga lo stupratore tunisino di 28 anni evaso mercoledì mattina dalla casa circondariale di Pordenone dopo avere steso un agente di polizia penitenziaria. Meno di un giorno però gli sarebbe bastato per perpetrare l'ennesima violenza sessuale, stavolta ai danni di una donna attirata in trappola a Cordenons, poi portata fino a Scorzè e, secondo il suo racconto, costretta a subire rapporti sessuali a bordo della sua Peugeot. L'allarme è stato lanciato verso le 6 di mattina dalla 28enne, che nella mattinata si trovava in ospedale a Mirano. Del caso, in collaborazione con le altre forze dell'ordine padovane, si stanno occupando i carabinieri della compagnia di Mestre e del nucleo investigativo della provincia di Venezia.  

IL RITROVAMENTO A PADOVA. Le ricerche, dopo l'evasione, erano state estese a tutto il Nordest. Giovedì mattina, un agente fuori servizio ha notato un'auto con all'interno un uomo addormentato sui sedili. Subito si è insospettito e ha chiamato in ausilio alcuni colleghi, poco distanti. La pattuglia ha effettuato alcune verifiche sulla macchina, una Peugeot 306, risultata rubata la sera precedente ad una donna di Pordenone. Quel volto, agli agenti, è risultato subito familiare. Prima di essere arrestato, infatti, la foto segnaletica del 28enne era stata inviata a tutte le forze dell'ordine per facilitare le ricerche del criminale.

LO STUPRO. Una volta accertato che si trattasse proprio del detenuto evaso mercoledì, il tunisino è stato accompagnato in questura. Uno scenario raccapricciante quello che si è presentato agli agenti di polizia. Dietro il furto dell'auto impiegata per la fuga, una drammatica vicenda, l'ennesima violenza, subìta questa volta da una giovane di 28 anni, residente a Pordenone. La ragazza la notte precedente aveva chiamato il 112 per denunciare di essere stata derubata della propria automobile. Dal racconto fatto ai poliziotti, l'uomo le avrebbe teso un'imboscata all'esterno di una palestra a Cordenons, in provincia di Pordenone. Una volta uscita, l'avrebbe costretta a salire sulla Peugeot. Un viaggio disperato fino a Scorzè, nel Veneziano, durante il quale la donna sarebbe stata costretta a subire rapporti sessuali. Lì, l'avrebbe finalmente fatta scendere dall'auto, proseguendo la fuga da solo, fino a Padova.

LE INDAGINI. Il detenuto è stato arrestato per evasione. Ancora in questura a Padova anche l'automobile rubata. Sono in corso gli accertamenti sul mezzo per confermare la versione della giovane, che al momento si trova in ospedale a Mirano. Sotto sequestro anche gli abiti del tunisino, e una corda che aveva allacciata in vita, per trovare tracce biologiche che provino la violenza sessuale. Il particolare della corda potrebbe essere rilevante ai fini delle indagini. In passato, infatti, l'aggressore aveva legato le proprie vittime con una sciarpa per bloccarle e abusarne.

L'ARRESTO E L'EVASIONE. L'uomo era stato identificato e arrestato dopo che il 14 febbraio scorso aveva rapinato, sequestrato e tentato di violentare un'infermiera in via San Massimo a Padova. In seguito, gli erano stati attribuiti altri due episodi di violenza ai danni di due prostitute. Rinchiuso nel carcere di Pordenone, ne era fuggito mercoledì mattina, mettendo fuori gioco un agente addetto all'apertura porte con un colpo alla nuca. Nella stanza, loro due soli. Il tunisino stava pulendo la portineria. Un piano probabilmente studiato nei dettagli, visto che l'uomo è riuscito ad azionare giusto i pulsanti per aprire il portone di ingresso della casa circondariale e l'inferriata esterna. Giovedì mattina, il ritrovamento, nel Padovano.

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