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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca San Giuliano / Via Porto di Cavergnago

Gli affari e i trucchi di "mister 2%": "Soldi, regali, auto lavata gratis"

Mazzette e favori per ottenere appalti e un occhio di riguardo da Claudio Ghezzo, dirigente Veritas. Nel mirino otto aziende e altrettante persone

Quello che il pubblico ministero Giorgio Gava è convinto di avere portato alla luce sarebbe una "prassi operativa criminosa". Qualcosa quindi, se non di strutturale, almeno di usuale. Da quando verso le 7.30 di mercoledì mattina i finanziari del nucleo di polizia tributaria si sono presentati nella sede aziendale di Veritas di via Porto di Cavergnago a Mestre si è capito che per l'ennesima volta in laguna si sarebbe parlato di tangenti o di "favori". Soldi, orologi o servizi, come il cambio degli penumatici o il lavaggio della propria auto. Gratis. O meglio, come riconoscenza per i presunti favoritismi ottenuti.

Nel mirino delle fiamme gialle è finito Claudio Ghezzo, 51enne da una vita dipendente della municipalizzata e da circa cinque anni direttore commerciale, smaltimenti, bonifiche e discariche del gruppo. L'inchiesta parte da alcune intercettazioni telefoniche in cui due lavoratori Veritas spiegano con dovizia di particolari quale fosse il modo di lavorare di "mister due per cento". Proprio così. Secondo gli intercettati il dirigente sarebbe stato solito con le aziende "amiche" intascarsi il 2% sul totale dell'importo degli appalti. Fin qui solo un dialogo tra colleghi. Dopodiché però iniziano ad arrivare dettagli ed elementi a suffragare i sospetti. Allo stato, è subito da sottolineare, non c'è alcun arresto e si è solo nella fase di indagini. La società, con il suo direttore generale Andrea Razzini, si dice estranea a qualsiasi accusa e anzi assicura tutto l'aiuto possibile agli inquirenti. Intanto le deleghe del dirigente sono state ritirate finché non sarà fatta chiarezza. "Nel caso in cui verranno accertati illeciti, allora agiremo come dispone la legge", spiega Razzini, anche lui con i baschi verdi nell'ufficio per raccogliere documentazione sugli appalti ritenuti sospetti. Secondo il magistrato titolare dell'inchiesta poi le tangenti intascate dal dirigente sarebbero state "lavate" al Casinò di Venezia.

Gli inquirenti sono convinti che il dirigente avesse la possibilità di modificare gli appalti pubblici in modo da crearne alcuni appositi delle aziende sue "fedeli", costruendo un vestito su misura per loro. Si tratterebbe soprattutto di un'impresa di intermediazione rifiuti (pericolosi e non pericolosi, urbani e industriali) di Cittadella, la Plan-Eco srl e di una azienda mestrina, con sede in via Torino, specializzata anche in bonifiche, la Demont Ambiente srl. Indagati i rappresentanti legali di entrambe le ditte, così come quello di un grosso gruppo specializzato in trattamento di rifiuti di Noale (la Cosmo) e di Arcugnano, nel Vicentino (la Futura srl). Otto in tutto le persone indagate, mentre nel mirino sono finite oltre a Veritas e le altre quattro aziende, anche due realtà societarie gravitanti attorno a Veritas, di cui Claudio Ghezzo era vicepresidente e consigliere delegato: la Ecoprogetto Venezia srl ed Ecoricicli Veritas srl. L'indagine (ancora in corso) ha potuto contare su una svolta nel momento in cui è stata messa sotto controllo l'auto del dirigente. Rivelatasi una miniera di informazioni, ora tutte da vagliare. L'8 aprile 2015 Ghezzo alluderebbe ai "soliti tramacci" che Veritas compirebbe per abbassare i prezzi negli appalti.

Al telefono con la responsabile commerciale della Plan-Eco sarebbe stato rassicurato: "il compenso arriverà, non deve preoccuparsi". Sempre in quell'auto avrebbe ricevuto i soldi "per i mesi di marzo, aprile e maggio" e un extra come "regalo di compleanno" da uno dei responsabili della Busato Trasporti srl, di Preganziol, per avere garantito loro un aumento di fatturato. Dalle indagini emergerebbe che il Ghezzo si sarebbe fatto sostituire anche gli penumatici e il lavaggio auto, perché, secondo i titolari della ditta, è giusto "remunerare la gente che merita". Non solo i soldi delle tangenti, dunque: emergerebbe anche un giro di regali e servizi vari che in parte il dirigente avrebbe nascosto nella casa paterna (perquisita mercoledì mattina) per allontanare da sé sospetti. Il 21 maggio 2015 Ghezzo affermerebbe che "i dipendenti Veritas riescono a pilotare gli affidamenti, e a dare i servizi a voloro che 'veramente vogliamo', e che "l'esigenza di eludere le norme in materie di gare è ancora correlata all'esigenza di occultare altre situazioni". Il magistrato sottolinea che una di queste sarebbe "l'esigenza di nascondere lo smaltimento illecito di rifiuti in amianto". "In quest'ultimo contesto - sottolinea il pm - viene espressa l'intenzione di affidare alla società Idea srl (di Campagna Lupia, ndr) e alla Cosmo (di Noale, ndr) un certo servizio senza gara, per continuare a tenere nascosto il problema dello smaltimento illecito dell'amianto". Tutte dichiarazioni su cui servirà fare luce, e le perquisizioni del nucleo di Polizia giudiziaria della Finanza servono appunto a questo.

Secondo la Procura per agevolare la "condotta criminosa" gli appalti finiti nel mirino sarebbero stati spezzettati, ma in mano agli inquirenti ci sono anche le dichiarazioni intercettate del rappresentante della Plan-Eco srl che dichiarerebbe che "negli ultimi mesi abbiamo pagato al 'Maestro' centomila euro", alludendo con ogni probabilità a Ghezzo. Come detto, però, non ci sarebbero solo mazzette e soldi. Bensì anche orologi e oggetti di valore, in un caso chiamati "pacchetti di sigarette". Lasciato sulla scrivania del dirigente. Come a marzo scorso, quando l'amministratore delegato della Futura srl, ha avvertito che lui si sarebbe dimenticato un pacchetto, anche se Ghezzo avrebbe smesso di fumare da un bel po'. 

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