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Cronaca

Ghezzo profetico: "Se ci intercettano andiamo in galera", indagato anche il dg Razzini

Il reato ipotizzato nei confronti del direttore generale di Veritas è di abuso d'ufficio. L'ex responsabile commerciale alla Tonin: "Se ti chiedono dei soldi era per delle consulenze"

"Ma hai fatto anche il lavaggio? E anche il pieno!". Così il 22 aprile 2015 Claudio Ghezzo si rivolgeva entusiasta a Enzo Busato, socio della Fratelli Busato srl di Preganziol. Il suo interlocutore spiega che le cose o si fanno bene o non si fanno. Del resto l'ex responsabile del settore commerciale di Veritas (ora sospeso dall'azienda) e il titolare della ditta trevigiana si conoscono da prima. A dicembre 2014 l'affidamento diretto per il servizio di svuotamento delle campane della raccolta differenziata, sulla base di un brevetto al tempo ancora inesistente (la domanda è stata accolta solo nel 2016) di un innovativo gancio.

Un bel colpo per la ditta, che, secondo l'accusa, stipendiava in nero Ghezzo con mille euro al mese. "Questi sono quelli di marzo, aprile, maggio - dichiara Enzo Busato nell'auto di Ghezzo - c'è anche un extra per il compleanno". Al termine del conciliabolo l'ex dirigente commenta profetico: "Speriamo di non avere la telecamera in auto altrimenti andiamo in galera tutti e 2". Così è stato. Ghezzo in carcere per pericolo di reiterazione del reato, Busato ai domiciliari. Mentre il fratello Giuseppe risulta indagato: "Bepi sa tutto di quello che facciamo", rassicura Enzo Busato al suo interlocutore.

In carcere è finita anche Sabrina Tonin, titolare della Plan-Eco srl di Cittadella, sempre con l'accusa di aver consegnato tangenti a "mister 2%" (come lo chiamano due dipendenti Veritas intercettati, frasi che hanno dato il "la" alle indagini) per anni. Un secondo stipendio "extra", che quando iniziano le indagini può risultare difficile da far sparire: "Se delle volte abbiamo parlato di soldi era per delle consulenze", intima Ghezzo alla Tonin a un certo punto. L'accordo, secondo gli inquirenti, era, dopo la vittoria di vari bandi di recupero e trattamento rifiuti da parte di Plan-Eco, di pagare a Ghezzo un euro a tonnellata di Cdr (combustibile derivato da rifiuti) ricavata. Con in più una partecipazione agli utili. Il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, al termine delle perquisizioni dello scorso luglio, si è imbattuto in file excel all'interno del computer della Tonin in cui i soldi corrisposti a Ghezzo erano segnati come voce passiva nel bilancio, al pari delle tasse.

INDAGATO ANCHE RAZZINI - Gli accertamenti delle fiamme gialle naturalmente continuano: nel mirino altri appalti e altre possibili dazioni di denaro. Indagati imprenditori e anche 2 responsabili Veritas, compreso il direttore generale Andrea Razzini. L'ipotesi di reato in questo caso è di abuso d'ufficio (articolo 323 del codice penale). Il primo sarebbe stato consumato a Venezia il 18 dicembre 2014, nel momento in cui il Cda dell'azienda ha aggiudicato l'appalto diretto alla ditta Fratelli Busato. Allo stesso modo, in qualità di direttore generale, Razzini è indagato anche per gli appalti alla Plan-Eco, secondo l'accusa pilotati dietro il pagamento di mazzette a Ghezzo. Gli inquirenti intendono stabilire se siano stati messi in atto tutti i meccanismi di controllo previsti dalla legge per evitare gli atti corruttivi.

LA REPLICA DI VERITAS -  L'azienda dal canto suo conferma "la più totale e assoluta estraneità alle pratiche corruttive e illecite illustrate dagli inquirenti". Dal punto di vista lavorativo la conseguenza immediata, decretata dal consiglio di amministrazione riunito in seduta straordinaria, è stata la sospensione dal servizio del dirigente arrestato. La società ribadisce inoltre di aver sempre "adottato procedure regolari e rispettato, in ogni suo atto, le norme sugli appalti". Conferma inoltre - oggi come a luglio 2015, quando sono state effettuate le prime perquisizioni - "di essere a completa disposizione delle autorità inquirenti".

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