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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Tangenziale di Mestre

"La tangenziale fa male alla salute" il Cocit lancia un nuovo allarme

In una lettera al sindaco di Venezia Giorgio Orsoni si chiedono spiegazioni in merito alle analisi dell'Asl 12 che avevano evidenziato i danni da smog

La tangenziale di Mestre di nuovo al centro delle polemiche. Nonostante da gennaio 2013 ad oggi si siano contati solamente 51 sforamenti del Pm10, rendendo di fatto quello in corso l'anno con meno “sforamenti” di sempre, un nuovo allarme ambientale arriva dal Cocit. In una lettera indirizzata al sindaco Giorgio Orsoni, infatti, le associazioni si interrogano sulla pericolosità dello smog cittadino e chiedono che vengano immediatamente presi provvedimenti. La lettera, come riporta la Nuova Venezia, sottolinea in particolare i rischi emersi dall’indagine epidemiologica, presentata nell’aprile scorso, dal professor Simionato e dall’Asl 12 che ha analizzato tra 2001 e 2009 circa 4.700 cittadini che vivono a ridosso della tangenziale.

NUMERI PREOCCUPANTI – Secondo i dati raccolti, infatti, sarebbero 300 i casi di malattie associabili all'inquinamento “da tangenziale”. Nella popolazione interessata alla sovraesposizione secondo il Cocit si sarebbero verificati il 10 per cento in più di casi di cardiopatia ischemica e il 5 per cento di bronchiti polmonari croniche ostruttive in più rispetto al resto della città. L’apertura del Passante non avrebbe risolto completamente il problema: in tangenziale circolano ancora circa 100mila veicoli al giorno. Il coordinamento del gruppo, che si dice preoccupato per l'assenza di provvedimenti e informative ad un anno dalla pubblicazione dell'indagine, si prepara ora a diffondere i dati tramite volantinaggio e a lanciare le prime azioni legali risarcitorie.Gli ambientalisti domandano il declassamento della tangenziale a strada urbana, limitazioni del traffico, indennizzi da porto, aeroporto e centri commerciali, colpevoli di “richiamare” il traffico e, soprattutto, la realizzazione della tangenziale “verde”, prevista come compensazione della terza corsia che all'epoca venne realizzata senza valutazione di impatto ambientale.

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