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Cronaca

Avm Actv, la Regione apre il tavolo e lo richiude: «Qui non c'è una crisi aziendale, trattate»

Gli assessori Donazzan e De Berti invitano le parti sociali a riprendere il dialogo. Comune e azienda ribadiscono: se non s'interviene subito a dicembre l'azienda salta. Sindacati: «Il gruppo ritiri le disposizioni unilaterali»

Il tavolo convocato oggi dalla Regione Veneto, come avevano chiesto le sigle sindacali Avm (Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil, Faisa Cisal, Ugl Aft e Usb), è stato risolto dall'assessore al Lavoro Elena Donazzan, e poi chiuso. La coordinatrice del tavolo di unità di crisi ha invitato le parti sociali, sigle sindacali e dirigenti della holding Avm, a fare uno sforzo e a tornare a trattare. La vertenza, che non è caratterizzata da licenziamenti o fallimenti, ha spiegato Donazzan, non sarà più trattata in questo contesto. Sindacati e lavoratori il 26 gennaio scorso hanno ricevuto la notifica della disdetta uniliaterale dell'integrativo e degli accordi di secondo livello. L'azienda partecipata del trasporto pubblico ha parlato della grave crisi in atto e della necessità di garantire la tenuta del servizio pubblico e dei 3.100 posti di lavoro. Per questo ha imposto sacrifici, che i sindacati non intendono pagare, ritenendo che la crisi strutturale dell'azienda abbia origini più lontane. Da qui sono stati indetti tre scioperi e si è aperta una vertenza che è ancora in atto.

A metà marzo l'azienda Avm ha ritirato la disdetta economica facendo entrare in vigore solo la parte normativa sui turni, le soste e gli orari, dal primo aprile. I sindacati hanno posto come condizione per tornare a trattare, a partire dalla piattaforma da loro creata, il ritiro della disdetta delle disposizioni unilaterali, applicate il 7 aprile. «Occorre che le parti si siedano a trattare - ha spiegato Donazzan al tavolo cui hanno preso parte i vertici aziendali, il Comune di Venezia (con l'assessore alle Partecipate Michele Zuin) e i sindacati -. La Regione auspica la ripresa del confronto e chiede a tutti uno sforzo».

«Da due mesi e mezzo Avm aspetta le organizzazioni sindacali e ha fissato un calendario di incontri - ha detto Zuin -. I sindacati riprendano il loro ruolo e tornino a trattare». «L'assessore è stato esplicito - ha commentato il segretario regionale della Filt Cisl Marino De Terlizzi -. Se non si interviene subito, a dicembre l'azienda salta. E Donazzan non ci riconvocherà, ma ha richiamato tutti a fare il proprio dovere per quello che Venezia rappresenta, per la Regione e per il mondo. Certo, ci aspettavamo qualche risposta in più sul versante economico». L'assessore regionale ai Trasporti, Elisa De Berti, si è impegnata a portare al governo la richiesta di riconoscimento della specialità di Venezia.

L'azienda da parte sua ha ricordato i numerosi appelli a sedersi, e ha ribadito che non vengono toccati i salari, che l’azienda resta pubblica e che, senza un cambio di rotta preciso si rischia il fallimento. «Ci aspettiamo che sia l'azienda a fare la sua parte, separando la crisi pandemica da quella strutturale», ha detto Valter Novembrini segretario Filt Cgil di Venezia. Delusi i segretari Igor Cuzzolin, di Ugl Aft, e Francesco Sambo della Uilt Uil. «Ci aspettavamo che la Regione dicesse all'azienda di fare un passo in più e ritirare le nuove disposizioni unilaterali che stanno creando disguidi nei trasporti. Attendiamo che la commissione di garanzia si esprima comunque sulla vertenza». 

Resta confermato il presidio sindacale di lunedì 12 aprile al Tronchetto, dalle 13 alle 16. E in proposito De Terlizzi dice: «Da parte nostra stiamo valutando le prossime mosse cercando la composizione con il fronte sindacale. La Fit Cisl non si è mai voluta dissociare dalle altre sigle e ha ribadito la necessità che l'azienda ritiri la disdetta unilaterale. Tuttavia non abbiamo rinunciato a tentare di costruire un ponte». Oggi alle 11.30 c'è stata una manifestazione in campo San Maurizio del gruppo politico Fratelli d'Italia, con il capogruppo regionale Raffaele Speranzon e i consiglieri comunali Maika Canton e Francesco Zingarlini.  «Servono finanziamenti cospicui per la salvezza del settore. Davanti alle porte della prefettura di Venezia oggi abbiamo lanciato questo messaggio al governo. Almeno 80-100 milioni di euro sono necessari per tutelare il settore. Perdite non più sopportabili da Actv e che non possiamo permettere che siano sempre i lavoratori a pagare». 

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