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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"Basta aperture durante le giornate di festa, a gennaio un tavolo etico con i parlamentari"

L'assessore regionale al Commercio, Roberto Marcato, annuncia un'iniziativa per indurre Roma a superare il decreto "Salva Italia". Con lui in trincea anche don Torta, parroco di Dese

A gennaio sarà convocato un “tavolo etico” regionale, aperto alle associazioni di categoria e con il coinvolgimento dei parlamentari veneti, per condividere una strategia finalizzata a chiedere e ottenere la modifica delle norme statali sulla liberalizzazione degli orari di vendita e dei giorni di apertura domenicale e festiva degli esercizi commerciali, competenza di cui le Regioni sono state espropriate. Lo ha annunciato l’assessore regionale allo Sviluppo economico e al Commercio, Roberto Marcato, nel corso di una conferenza stampa mercoledì mattina a Venezia, insieme all’assessore alle Politiche sociali, Manuela Lanzarin. I due componenti della giunta Zaia hanno accolto la richiesta in tal senso del movimento “Domenica No Grazie”, rappresentato da Tiziana D’Andrea e don Enrico Torta, il parroco di Dese.

L’annuncio di apertura anche in occasione delle prossime festività da parte di qualche centro commerciale (altri invece chiuderanno) ha già suscitato polemiche e prese di posizione. “Il coinvolgimento dei parlamentari – ha spiegato l'assessore Marcato – si giustifica con il fatto che il tema è di carattere nazionale e necessita di un intervento del Parlamento, in quanto il decreto 'Salva Italia' ha tolto alle Regioni la potestà di normare questa materia. Ma ci sono almeno due altri elementi da considerare: uno è economico e si basa sul dato di fatto che con le aperture domenicali il fatturato della grande distribuzione non è aumentato di un euro in quanto le vendite si sono rimodulate su sette giorni invece che su sei, senza però crescere. Il secondo elemento è di natura etica e riguarda il diritto di chi è impiegato nelle attività commerciali di rimanere a casa con la propria famiglia".

L'obiettivo è che la competenza torni regionale, e non più nazionale: "Ho già avuto incontri con la grande distribuzione constatando che c’è un varco, in quanto una parte è contraria alle aperture indiscriminate - ha continuato Marcato - Si tratta di creare ora le condizioni culturali perché si arrivi a una determinazione parlamentale".

Anche l’assessore Lanzarin ha evidenziato la connotazione sociale della materia: “Oggi – ha detto – ci chiediamo come rilanciare le politiche a favore delle famiglie ma devono essere trovati anche gli spazi perché la famiglia possa stare insieme, soprattutto in occasione delle festività. Questo risponde anche alla nostra preoccupazione per una migliore qualità della vita”.

Tiziana D’Andrea ha spiegato che “Domenica No Grazie” è un movimento che non ha colore politico né sindacale, ma è nato raccogliendo le istanze dei dipendenti, degli imprenditori e di parte della stessa grande distribuzione. "I dati dimostrano – ha aggiunto – che le aperture festive e domenicali non servono e oltretutto non hanno prodotto assunzioni; anzi, per ogni posto creato nella grande distribuzione se ne bruciano sette nelle piccole medie imprese. Non siamo talebani delle domeniche – ha concluso – ma riteniamo ragionevole proporre un massimo di 12 aperture domenicali, escludendo qualsiasi altra festività”. Da parte sua don Enrico Torta ha messo l’accento sulla "deriva verso cui si sta andando, in cui a prevalere sono i consumi e gli interessi economici", e ha posto l’esigenza di una rivoluzione morale e di un impegno politico che metta al centro la dignità dell’uomo. 

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