Stava procedendo con la termodistruzione delle parti anatomiche provenienti dalle sale operatorie, poi la macabra scoperta, che rimane ancora un vero e proprio giallo. Come riporta il Gazzettino, durante le operazioni di pulizia, l'addetto al forno crematorio di Marghera si è imbattuto in un teschio che non era stato però inserito all'interno dell'elenco di ciò che conteneva la cassa fornita dall'Ulss 13, e destinata alla cremazione.

Dopo la scoperta, immediata è stata la richiesta di delucidazioni alla direzione, che però non è stata in grado di fornire una spiegazione adeguata. Da qui è partita un'indagine interna, per capirci di più riguardo ad una vicenda dalle tinte fosche. Anche gli agenti del commissariato di via Cosenz , allertati dal responsabile dell'inceneritore, stanno indagando per trovare il bandolo della matassa. Per il momento invano.

Per il momento il forno è sotto sequestro, su disposizione del magistrato che ha richiesto gli opportuni accertamenti tecnici del caso. A seguito del raffreddamento dell'inceneritore, la scientifica ha proceduto con i rilievi necessari, fotografie e prelievo di campioni, inviati poi ai laboratori competenti per essere analizzati. Sul fronte delle indagini, tuttavia, non ci sono ancora risposte, e ci si sta ancora interrogando come sia possibile che un teschio sia finito tra i resti umani da smaltire a seguito di interventi chirurgici. Le opzioni sono numerose, da quella più macabra, ovvero un cadavere decapitato, a quella meno allarmante ma poco plausibile: si potrebbe trattare, nello specifico, di un resto proveniente dal reparto di Anatomia patologica, conservata in formaldeide per scopi di ricerca. Ma in tal caso, assicura l'azienda, l'ospedale ne avrebbe avuto quantomeno traccia.