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Cronaca

Truffatori attenti: a smascherare l'auto "patacca" ci pensa il chimico

Con una tesi a suo modo rivoluzionaria il laureando Fabio Trivellin potrebbe aver inaugurato un nuovo canale per la difesa del Made in Italy

Il chimico potrà smascherare le false auto d’epoca. Lo ha dimostrato Fabio Trivellin, laureando magistrale in Scienze Chimiche per la Conservazione e il Restauro all’Università Ca’ Foscari, aprendo la strada a un nuovo filone di ricerca. Si tratta di un metodo innovativo che potenzialmente potrebbe tutelare una parte significativa del patrimonio del made in Italy.

Giovedì, nell'Aula Baratto dell’Università Ca’ Foscari, Fabio Trivellin discuterà la propria tesi, dal titolo “Un primo approccio alla tutela e salvaguardia dell’automobilismo storico: caratterizzazione di acciai provenienti da vetture del Museo Alfa Romeo”.

«Abbiamo inaugurato una nuova tematica di ricerca -, spiega Rossano Piazza (relatore della tesi e docente di Diagnostica e Chemiometria) - Questo studio ha acceso i riflettori su un settore sorprendentemente poco esplorato dal punto di vista scientifico nell’ambito dei beni culturali, e ha come obiettivo la valorizzazione di un patrimonio tipicamente italiano».

Questo filone di ricerca, infatti, sembra destinato ad acquisire crescente importanza in un mercato dove, nella scia di interessi economici, sta iniziando a fiorire il mercato del falso: veicoli ricostruiti da zero o utilizzando parti di altre vetture d’epoca meno “redditizie”. Negli ultimi anni, l’aumento dei casi di truffa ha costretto le case automobilistiche più prestigiose a creare dipartimenti “heritage”, con archivi storici e personale preparato in grado di certificare su richiesta le automobili.

Per far fronte a questo problema, è stata intrapresa la strada di una ricerca scientifica che ha l’obiettivo di arrivare a definire una metodologia analitica che possa aiutare gli esperti nel riconoscimento dei falsi: in termini tecnici, si tratta di analizzare l’acciaio usato nei telai, sia in loco mediante tecniche analitiche non invasive (XRF) o (quando è possibile) in laboratorio (ICP-MS). La ricerca si inserisce nel quadro di una collaborazione di Ca’ Foscari (Rossano Piazza, Renzo Ganzerla) con il Cnr-Idpa (Warren Cairns) e con l’Università di Padova (Manuele Dabalà), coinvolgendo in primis il Museo Storico Alfa Romeo di Arese (Stefano Agazzi) ed al contempo diverse aziende del territorio.

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