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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Ticket d'ingresso a Venezia, la politica si divide

Martini e Bettin: «Far pagare per entrare non significa gestire i flussi ma solo monetizzarli. No al contributo di accesso che è il biglietto per Gardaland. La città è viva, non un museo»

Fra le opposizioni in Consiglio comunale c'è chi dice «No» al contributo d'ingresso a Venezia. Sul tema, tornato alla ribalta dopo un biennio di pandemia, l'amministrazione Brugnaro ha dato una svolta annunciando l'entrata in vigore del provvedimento per la regolamentazione dei flussi in entrata verso la città lagunare, con prenotazione e dietro pagamento di un corrispettivo variabile in base al periodo. La misura è ora in fase di disamina in Commissione e al termine dell'iter andrà al voto in Consiglio comunale. 

«No alla città a pagamento», sostiene il gruppo consiliare di Gianfranco Bettin, Verde Progressista. «Con l’avvio della discussione del Regolamento per l’istituzione e la disciplina del contributo di accesso alla città antica del Comune di Venezia e alle isole, rischia di venir travolta l’idea stessa di città, come l’abbiamo conosciuta finora, in cui ognuno di noi è libero di andare. Questo provvedimento si limita a una mera monetizzazione dei flussi. Già ora i visitatori pagano alcuni sovrapprezzi, come la tassa di soggiorno (introdotta nel 2011) o i ticket sui trasporti, appena ulteriormente e pesantemente aumentati. Se la leva economica può essere certamente utilizzata positivamente, ad esempio, aumentando in certi momenti e diminuendo in altri i costi di alcuni servizi o visite a musei, gallerie o eventi, o favorendo chi prenota, generalizzare il pagamento, salvo esenzioni, apre prospettive inquietanti, delineando un futuro di città con biglietto d’ingresso. Se esiste un’emergenza flussi, ed esiste, bisogna osare fermarli drasticamente, quando e per il tempo necessario, non monetizzarli lasciando Venezia in balìa della folla».

«Un ticket non garantisce la gestione dei flussi», argomenta sulla stessa linea il capogruppo Giovanni Andrea Martini (Tutta la città insieme!). «La contrarietà è totale. Non possiamo pensare che Venezia, unica città al mondo, diventi città a pagamento. Venezia non è Pompei: è una città in cui si vive, si intrecciano relazioni tra cittadini, in cui c'è vita vera. Porre un biglietto per entrare in città significa, da un lato dichiararne la realtà museale, dall'altro non permettere il libero accesso. Quindi sì alla prenotazione. No al contributo d'accesso. Sì alla prenotazione che permette la gestione dei flussi. No al contributo di accesso che è il ticket per "Gardaland". Entrando nei dettagli - continua Martini - sono tante le cose che non funzionano. Una fra tutte: l'accesso gratuito a tutti i cittadini della Regione significa di fatto generare overturism quotidiano di turismo mordi e fuggi, quello che si dice di voler contenere».

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