I bagnini chiedono postazioni più sicure contro gli eventi meteo estremi
Appello dell'associazione Anab. «Con il maltempo del 18 agosto gli addetti hanno rischiato la vita. Vanno tutelati»
Danni agli equipaggiamenti, ma anche conseguenze per i bagnini. Che potevano essere più gravi. Guido Ballarin, presidente dell’associazione nazionale assistenti bagnanti (Anab), evidenzia i rischi corsi in occasione della bufera di giovedì 18 agosto, quando la provincia è stata investita da piogge intense e potenti raffiche di vento. Tutte criticità che sono state affrontate in prima linea dagli addetti al salvataggio, i quali sono rimasti nelle loro postazioni anche affrontando grossi pericoli.
«Ogni anno - spiega Ballarin - le ditte forniscono ai propri dipendenti torrette di avvistamento con direttive ben precise, come da ordinanza. A Jesolo, per esempio, ogni postazione di salvamento deve essere costituita da una torretta soprelevata dal piano di spiaggia, per assicurare la più ampia visuale possibile. Inoltre deve essere installato un pennone visibile per il segnalamento tramite bandiera». Nelle spiagge più attrezzate, come quella di Jesolo, queste strutture sono di ferro, ben salde su terreno e con il tetto; ma in altri litorali sono semplici sedie rialzate con un comune ombrellone. In ogni caso le strutture sono aperte, al massimo vengono messi dei teli per ripararsi dalle intemperie. Altre non hanno nemmeno un basamento a terra e sono prive di qualsiasi forma di riparo.
Il 18 agosto i bagnini erano al lavoro. «Si sono ritrovati - riferisce Anab - nel bel mezzo del temporale nelle loro postazioni, perché c’è sempre qualche incosciente che decide di andare in acqua: non potendo abbandonare il posto di lavoro, anche per non incorrere in una denuncia penale, molti di loro si sono ritrovati a rischiare la propria vita o a rimanere infortunati a causa delle torrette, che si sono rovesciate o rotte per effetto del forte vento. Solo la loro prontezza di riflessi nell'evacuare la postazione ha evitato il peggio».
Da ciò l’appello ad ammodernare le torrette. «Con caratteristiche ben specifiche - aggiunge il presidente dell’associazione - per garantite la tutela della salute e della vita di chi ogni giorno tutela la vita degli altri». La questione apre anche il dibattito sulla difficoltà delle aziende ad assumere assistenti bagnanti. «Le paghe non sono idonee - conclude Guido Ballarin - la responsabilità penale per un annegamento per negligenza del pericolante e in più rischi fisici e di vita quando ci sono i temporali e infine multe che partono da 1000 euro. Ora chiedetevi perché non ci sono più assistenti bagnanti. Chiediamo più collaborazione da parte di albergatori, stabilimenti e di tutti gli enti che si interessano del turismo per migliorare sempre di più la sicurezza e la qualità del turismo».