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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

Nodo dei mezzi per il ritorno a scuola, incontro fra Avm e prefetto nelle prossime ore

Entrate scaglionate, maggiore capienza a bordo dei mezzi o mantenimento di una quota della dad. Con la ripresa delle scuole la prossima settimana tornano alla ribalta le questioni del trasporto

Torna il nodo dei trasporti scolastici, con la ripresa probabilmente sopra il 50% delle scuole in presenza, la prossima settimana. Per decidere se ci saranno ingressi scaglionati o quote più ampie di capienza sui mezzi, o se una parte della didattica alla fine resterà a distanza (dad), a Venezia si incontreranno nelle prossime ore la dirigenza Avm e il prefetto Vittorio Zappalorto che si sono già sentiti a distanza. Il problema potrebbe essere più spinoso che a gennaio scorso.

Quando a fine mese, dopo uno stop delle scuole, c'è stato il ritorno a metà degli studenti delle superiori sui banchi, che ha messo in moto una "macchina da guerra" per superare capienza e disponibilità dei mezzi. Decine di bus privati sono diventati pullman in servizio Actv urbano ed extraurbano per raggiungere gli istituti, anche a orari scaglionati, e far rientrare i ragazzi a casa in ore diverse. Tutto sotto l'occhio vigile delle istituzioni, del prefetto Vittorio Zappalorto, a seguire le prime fasi dell'esperimento, della polizia locale e degli steward Actv per evitare assembramenti alle fermate e a bordo degli pullman. Ha funzionato, a parte i disguidi al traffico dei primi giorni e qualche ressa sui mezzi acquei. Ma tornare a scuola anche al 75% significa mettere più sotto stress il sistema. Per l'assessore regionale ai Trasporti, Elisa De Berti, è improbabile si possano trovare 1.000 bus da mettere a servizio. Si dovranno studiare alternative, forse aumentare la capienza dei mezzi o ridurre le presenze. Un problema non solo locale ma nazionale. 

«Lamentarsi con il governo non basta, quanto ha stanziato la Regione per acquistare nuovi mezzi? - Esordisce il consigliere regionale del Partito Democratico Jonatan Montanariello, vicepresidente della commissione Trasporti a palazzo Ferro Fini -. Dire che non ci sono autobus sul mercato e che quindi sarebbe opportuno ridurre le presenze in classe, dopo un anno dall'inizio della pandemia, non è serio. In Veneto all’appello mancherebbero ben più dei mille mezzi: la situazione era grave ancor prima dell’emergenza Covid. Per il tpl sono stati stanziati dal governo, dopo un iniziale finanziamento da 1,1 miliardi, altri 300 milioni. Invece di protestare, auspicando il mantenimento della didattica a distanza per una buona parte degli studenti, si dovrebbe pensare a cosa non è stato fatto anche negli anni precedenti per potenziare il trasporto pubblico».

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