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Cronaca

Moretti: "Priorità a Milano-Venezia" Chisso: "Via all'orario cadenzato"

Si discute di servizi ferroviari alla Marittima di Venezia, con il primo convegno di Sipotra, intitolato "Le priorità per la politica dei trasporti"

Trasporti veneti sotto la lente di ingrandimento, lunedì, a causa del convegno di Sipotra. I responsabili del servizio ferroviario regionale hanno discusso di progetti e di orari, di futuro e di fondi. Per Mauro Moretti, amministratore delegato di Trenitalia, "nella nuova legge di stabilità ci sono sicuramente dei fondi per la Tav, ma devo ancora vedere i documenti, per cui mi sembra inutile avventurarci in carte che sono ancora alla bozza". Moretti lo ha osservato a margine del primo convegno di Sipotra, intitolato “Le priorità per la politica dei trasporti”, svoltosi al terminal 103 della stazione Marittima di Venezia.

PRIORITÀ ASSOLUTA - "Personalmente - ha proseguito - credo che, nella consapevolezza che, fino a Verona, siamo in presenza del nodo più congestionato, potremo vedere noi, e non solo i nostri figli, l'opera realizzata''. Moretti si è poi addentrato sulle questioni più locali dell'alta velocità. ''I vicentini - ha risposto a chi gli chiedeva il destino delle stazioni dopo Verona - devono riuscire a trovare una soluzione ragionevole, e cioè sostenibile economicamente, perché si fa così in tutto il mondo''. “Non facciamo confusione, specie quando ci sono pochi soldi: chi sostiene come prioritario il corridoio Adriatico-Baltico sono altri, non io. Perché, per me, l'opera più importante da completare in Italia è la Milano-Venezia, e, a sud, la Napoli-Bari". Moretti ha poi continuato discutendo del problema del sovraffollamento dei treni: "Occorrono più risorse - ha affermato - perché i treni sono pochi e, allo stato delle cose, non possiamo fare miracoli, ma solo cercare di garantire la massima efficienza E poi ci vuole una programmazione omogenea delle linee, perché qualche sfilacciatura indubbiamente c'è, anche se occorre tempo per una programmazione dei servizi a medio-lungo termine".

NUOVI ORARI – Per quanto riguarda invece il cadenzamento dei treni, "che vuol dire avviare la metropolitana in tutto il territorio Veneto, non solo nella zona centrale", la Regione Veneto "lo sta già costruendo, tant'è che, da metà dicembre, con l'entrata in vigore del nuovo orario ferroviario, sarà attivato all'ottanta per cento, mentre il resto sarà completato a giugno". Lo ha dichiarato l'assessore ai Trasporti della Regione Veneto, Renato Chisso, sempre sotto i riflettori della Marittima. "È una nuova frontiera - ha proseguito Chisso - che viene attuata per la prima volta in Italia, una scommessa che, alla fine, sono convinto porterà a migliorare il servizio". Chisso non ha lesinato qualche critica alle Ferrovie dello Stato. "Ci pensa Moretti - ha spiegato - a difendere Trenitalia: noi non siamo certo qui per questo, ma per dare un servizio alla nostra gente, ai nostri utenti, ai nostri cittadini e ai nostri pendolari e la nostra mission, quindi, non può non essere quella di incalzare chi sta fornendo questo servizio". L'assessore, infine, non ha mancato l'occasione per riaccendere la polemica sui trasporti con la Regione Lombardia, altra interlocutrice proprio per la tratta Venezia-Milano e per l'orario cadenzato: "Perché dobbiamo tirare fuori noi quattro milioni per risarcire i pendolari lombardi? Sia la Regione Lombardia a farlo". Chisso poi precisa: "I quattro interregionali che sarebbero stati soppressi, sono in realtà sostituiti dal cadenzamento, con rendez vous a Verona: anche i lombardi potrebbero attrezzarsi per andare a farlo lì".

PIÙ TRENI - Con l'entrata in vigore del nuovo orario ferroviario a metà dicembre in Veneto cambierà il servizio di trasporto locale, non più frutto di aggiustamenti e adattamenti del vecchio orario, ma corse cadenzate orarie. Questo significherà su tutte le linee regionali più corse, più convogli in servizio, coincidenze nei poli maggiori in modo da servire al meglio tutte le destinazioni, orari dei treni regionali facili da memorizzare, tratte servite da "Frecce" regionali con fermate solo nelle principali stazioni a costo regionale ma con tempi di percorrenza concorrenziali con le Frecce di Trenitalia, e da convogli regionali che serviranno invece tutte le fermate. Così ha spiegato Chisso, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine del convegno. Sul tappeto il tema delle polemiche circa la soppressione delle attuali quattro coppie di treni interregionali veloci Milano - Venezia, nel contesto del cadenzamento. In proposito Chisso ha ripetuto che si tratta di un falso problema perché i convogli saranno sostituiti da 13 coppie giornaliere di "Frecce" regionali Venezia - Verona che oggi non ci sono, che si affiancheranno ai treni cadenzati Milano - Verona di TreNord. In sostanza i pendolari veneti vedranno più che triplicato il servizio veloce, oltre ad avere un servizio orario che fermerà in tutte le stazioni.

FUOCO E FIAMME - Per l'ad di Trenitalia Mauro Moretti negli investimenti per i trasporti la logica dev'essere questa: "si fa solo quello che dà i risultati migliori. Tutto il resto sono puttanate". Moretti ha però lodato l'iniziativa di Sipotra, "mirata a costruire in senso positivo - ha detto - una società di lobby per far sì che si facciano le cose, rilanciando il problema del sistema dei trasporti". Però ha lamentato il fatto che "l'impresa, la cosa che continuo a fare - ha osservato - è stata la parola usata di meno. Alla fine non si capisce come possa stare in piedi il tutto, se non c'è un'impresa che produce valore e ricchezza". Critico l'atteggiamento dell'ad di Trenitalia anche verso le misure della legge di Stabilità, in particolare per i "152 milioni di tagli sui servizi pubblici universali". "Se è così - ha commentato - farò una relazione sui servizi che non si possono più fare". “Chiedere infrastrutture per fare tutto è semplice - ha continuato Moretti - ma un paese che magari ha seicento abitanti deve capire che non può avere una sua fermata del treno. E siamo alla follia pura se pensiamo ad un aggancio ferroviario per tutti gli aeroporti". Il manager delle ferrovie ha detto quindi di attendersi passi avanti positivi dalla nuova Autorità dei trasporti. "Per molti anni - ha sottolineato - ci siamo trovati di fronte a uno che diceva verde e l'antitrust rosso: in quale Paese si lavora così? Auspico che l'Autorità dei trasporti abbia molta più forza per poter parlare e dettare le regole a cui conformarci". Tuttavia, ha concluso Moretti, "ci vuole una maggiore capacità imprenditoriale, perché non è vero che possiamo andare avanti così: dopo qualche anno di paralisi, rischiamo di non avere più la capacità di ripartire tempestivamente. Né possiamo pensare di andare avanti se si ingrassano le imprese di costruzione e poi gli avvocati sulle varianti. Mi sono battuto per togliere l'overdesign, ma non ho trovato nessuno, al Ministero, disposto a mettere la sua firma: vi sembra una cosa seria? Siamo l'unico Paese in cui si preferisce che intervengano i giudici, piuttosto che firmare". Per mantenere in equilibrio il settore dei trasporti in Italia bisogna recuperare "quella normalissima cosa in base alla quale chi usa un servizio ne paga il prezzo. Quante aziende di trasporto stanno in piedi oggi in Italia? - ha chiesto retoricamente Moretti alla platea di imprenditori - Non vi sembra che ci sia un problema di rapporti tra servizi e infrastrutture? Voglio dire questo perché altrimenti non sta in piedi niente, altrimenti non ci salviamo".

FRONTE DEL PORTO - La mancata strategia infrastrutturale italiana; lo spostamento ad est dell'asse dei trasporti e della logistica; i corridoi individuati come prioritari dall'Europa. Sono le tre priorità indicate dal presidente dell'Autorità Portuale di Venezia, Paolo Costa, al convegno di Sipotra. Costa le ha definite le sue "tre ossessioni". Parlando del tema Costa ha dunque puntato sulla mancata strategia infrastrutturale italiana, sullo spostamento ad est dell'asse dei trasporti e della logistica e sui corridoi individuati come prioritari dall'Europa. "Il fatto che qui - ha esemplificato - si discuta di 'chi' e di 'come' e non di 'cosa', cioè di quali sono le infrastrutture che servono al nostro Paese, rende evidente che i problemi nascono prima di tutto dalla mancanza di una strategia infrastrutturale italiana: un obiettivo che perseguo da sempre e che adesso è divenuto chiaro". Per Costa invece le cose che si fanno "sono una sorta di patchwork di accordi tra Stato e Regioni, non una strategia dettata dallo Stato, che non è capace di avere delle linee di assetto infrastrutturale". "Il futuro dei trasporti e della logistica italiana - ha aggiunto - non si gioca sulle Regioni, ma in Europa e oltre". Costa ha quindi ricordato che fino al 2000 l'asse principale era quella Europa-Stati Uniti, che oggi ha la metà delle relazioni Europa-Asia. "Pensando al manifatturiero - ha detto -, non si produce più in fabbrica in Inghilterra, ma in Polonia: tutto questo rende storicamente obsoleto anche il modello trasportistico, che risulta ormai non più coerente con la geografia, anche se il vecchio sistema non ha intenzione di mollare e cerca di difendersi aumentando la scala, cosa che, negli Stati Uniti, è stata impedita". L'ultima priorità è quella dei corridoi. ''La proposta europea - evidenzia - è quella della rete Ten-T, presentata la settimana scorsa a Tallin. Un ridisegno intelligente, anche perché non costruito a Bruxelles, ma confrontando le esperienze maturate sul campo. Ecco perché auspico che venga recepito così com'è, senza toccarlo, anche da noi, visto che può diventare importantissimo, anche per il Nord-est d'Italia entro il 2030".

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