13enne venduta: violentata per dimostrare verginità ai parenti

La ha violentata per far contenti i parenti: a lui nemmeno piaceva. Emergono particolari sempre più raccapriccianti della vicenda della 13enne macedone venduta in sposa a un connazionale 17enne per 3mila euro.

Secondo quanto scoperto dalla Squadra mobile veneziana, la giovanissima è stata stuprata per dimostrarne l'illibatezza ai familiari dello sposo. La madre 34enne del ragazzo, una decina dopo l'arrivo della 13enne in Italia, ha organizzato una festa radunado i parenti, ai quali il 17enne doveva mostrare il lenzuolo che testimoniava la verginità della sposa.

Allo sposo la ragazzina non piaceva nemmeno, tanto che dopo averla conosciuta l'aveva rifiutata. Ma, spinto dal "dovere", non si è tirato indietro e ha abusato della minore, mentre la madre la bloccava, per poi lasciarla da sola a piangere ed andare a festeggiare con i parenti in un'altra stanza.

Il padre del 17enne, un operaio che vive a Marghera da circa sei anni, era stato tenuto all'oscuro di tutto. Euna volta venuto a conoscenza della compravendita e visti i lividi che ricoprivano il corpo della piccola, ne ha preso le difese, rompendo sulla schiena del figlio tre sedie di legno e ammonendolo di non alzare più le mani su di lei.

Ignare di quanto venisse inferto alla 13enne anche le "cognate", perché alla ragazzina era stato imposto, sotto minacce, di non parlare con nessuno.

La notte la 13enne era costretta a stare ore in piedi, con il volto rivolto alla finestra, e di giorno, quando in casa c'erano solo la suocera e lo sposo, veniva sottoposta ad abominevoli torture. I suoi aguzzini la picchiavano e la immergevano, vestita, in una vasca colma d'acqua calda e sale, per poi darle delle scariche elettriche col filo del computer su varie parti del corpo perché aveva osato a tentare la fuga.