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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Chioggia

Si fanno dare i risparmi, spariscono nel nulla quasi tre milioni di euro

Marito e moglie, falsi intermediatori finanziari di Chioggia, avevano architettato un sistema "parallelo", introitando somme molto ingenti

Avevano deciso di sfruttare la crisi economica per riempire le loro tasche, a dispetto di quanti intendevano mettere al sicuro i propri risparmi. I soldi, per una ventina di malcapitati, invece si sono volatilizzati. Perché i due chioggiotti denunciati per truffa e insolvenza fraudolenta, marito e moglie, non erano in verità degli operatori finanziari. Il loro interesse non era quello di reinvestire le somme che venivano affidate loro, bensì, come accertato dalla compagnia di Chioggia della guardia di finanza e dalla sezione di polizia giudiziaria delle fiamme gialle di Venezia, utilizzare il denaro liquido anche per bisogni personali, come pagare il mutuo.

Un sistema parallelo di intermediazione finanziaria presentato come maggiormente dinamico rispetto a quelli tradizionali. Che avrebbe garantito una remunerazione più alta. Anzi, in cui sarebbe stato possibile rientrare in possesso dei soldi in qualsiasi momento. Niente di tutto ciò in verità, ma i clienti sono stati indotti in errore dal rapporto di fiducia che negli anni si era instaurato con il marito della coppia. Un tempo era stato intermediatore "vero e proprio".. Le fiamme gialle hanno risalito la piramide, arrivando poi su disposizione del gip al sequestro preventivo di soldi nei conti correnti, di beni mobili e immobili e di partecipazioni societarie ai due direttamente o indirettamente riconducibili per un valore di quasi tre milioni di euro. Tanto avrebbero "mosso" i due chioggiotti negli anni.

Il calderone è stato scoperchiato nel momento in cui alcuni clienti hanno chiesto indietro i soldi, senza ottenerli. Uno dei malcapitati ha quindi intuito che qualcosa di illecito ci fosse effettivamente, segnalando l'anomalia ai baschi verdi. "In realtà, le risorse dei risparmiatori truffati venivano fatte confluire in appositi conti correnti personali o intestati a società di facciata - spiega la Finanza - Nessun documento o informativa sull’andamento degli investimenti è mai stata rilasciata ai clienti da parte dei responsabili della truffa, che si limitavano a mostrare dei generici prospetti per tranquillizzare gli investitori". I conferimenti del capitale avvenivano con modalità diversificate e si risolvevano in più tranche: parte in contanti, parte in titoli di credito.

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